Capall Mòr – Road to Killarney

[ Attenzione! Questo è un blog che parla di viaggi e unicorni. Il contenuto potrebbe riguardare materiale sensibile… 🙂 ]

Arriviamo da sud (precisamente da Cork) percorrendo la Road N.22, una delle principali arterie irlandesi famosa per il gruppo scultoreo di O’Donoghue intitolato Road to Killarney.

Guarda tutte le statue del “Road To Killarney”

Killarney (ca. 80 km / 1he30min da Cork) è una cittadina turistica che trae la sua toponomastica dall’irlandese “chiesa dei susini”. Siamo nel sud-ovest irlandese, nella Contea del Kerry (detta The Kingdom), zona celebre per i suoi paesaggi incontaminati. Nel suo centro troviamo la Cattedrale di Saint Mary, il Castello di Ross e il maniero di Muckross House; nei suoi pressi si possono visitare i tre Laghi di Killarney, la Valentia Island (isola abitata più a ovest dell’Europa) e le isole Skelling.

Sul tratto di strada all’altezza di Clonkeen (a 20 km da Killarney), sopra di un’altura, svetta una delle statue del gruppo Road to Killarney, la Capall Mòr (in irlandese significa Grande Cavallo). Questo cavallo di cemento armato (del 1994 – alto 4,30 mt.) presenta un elmetto che lo rende un unicorno, usato spesso dalle popolazioni celtiche durante le battaglie. Oltre ad essere la statua più importante del gruppo ne è anche la più famosa: negli Anni Novanta tutti i bambini irlandesi obbligavano i genitori a pecorrere la strada per vederlo (può essere scorto a chilometri di distanza). Le catene rotte ai piedi del cavallo rampante sono i simbolo della libertà e della sofferenza del Kerry durante la Guerra Civile. Iconograficamente, le catene dell’unicorno sono anche metafora del fatto che, nella libertà, il particolare cavallo sarebbe indomabile, selvaggio nel suo essere indifeso.

❤ Miss Raincoat

Bere il sangue di un unicorno ti tiene in vita anche se sei a un passo dalla morte, ma ad un prezzo spaventoso… Hai ucciso una cosa purissima e dal momento che il suo sangue tocca le tue labbra, vivrai una vita a metà, una vita dannata da Harry Potter e la Pietra Filosofale

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Schwarzwald (Foresta Nera)

Siamo nel Land del Baden-Württenberg, in una delle zone climaticamente  ed enogastronomicamente più favorevoli  della Germania, molto vicini sia alla Francia sia alla Svizzera (è chiamata anche la Toscana Tedesca). Qui esiste anche una minoranza linguistico- dialettale detta Schwaben (in italiano “Svevi“), gente che – nell’immaginario collettivo –  è avara e sempliciotta (insomma, i nostri genovesi).

[Qui potete trovare informazioni dettagliate sulla Foresta Nera]

Friburgo in Brisgovia (da non confondere con la cittadina svizzera), gode appieno della sua posizione immersa nelle campagne famose per la produzione vitivinicola (le cosiddette colline del Kaiserstuhlletteralmente “il Trono dell’Imperatore”). Oltre ad avere la vivacità tipica delle città universitarie, è alle porte di Colmar e Strasburgo in Francia e di Basilea in Svizzera.

Dall’Italia, è raggiungibile con i mezzi pubblici portandosi a Chiasso con le Ferrovie Italiane – proseguire fino a Basilea con le Ferrovie Svizzere – arrivando a Friburgo con le Ferrovie Tedesche. Con mezzi propri, il viaggio prevede un itinerario che percorre la Svizzera, toccando Lugano, Lucerna e Basilea (da Sondrio sono 5 ore e 20 ca. di viaggio).

Il monumento più importante di Friburgo è la sua Cattedrale in puro e ricco stile gotico, con i tipici doccioni mostruosi (il portale, oltre che ad essere un capolavoro dell’intaglio del legno, riporta anche le misure che servivano ai mercanti per vendere la merce). Ogni mattina, nella piazza antistante, si può partecipare al coloratissimo Mercato di frutta, fiori, verdura e prodotti regionali. L’altra caratteristica distintiva della cittadina è la presenza delle due porte medievali, la Schwabentor  e la Martinstor (particolare per l’insegna bianca di McDonald’s, che di solito è gialla). Altri edifici da non perdere sono il Zum Roten Bären (uno dei più antichi alberghi tedeschi, in attività ininterrotta dal 1120) e la Haus Zum Wahlfisch (che ospitò Massimiliano I, Erasmo da Rotterdam e alcune riprese di “Suspiria”). Non dimentichiamoci, infine, dei ruscelli che attraversano il centro storico (la leggenda vuole che se ci finisci dentro, a Friburgo troverai la tua dolce metà!!!).

La via dello shopping di Friburgo è la Kaiser-Joseph-Straβe (in gergo chiamata Kajo), un chilometro nel mezzo del centro storico, che ci porta da una porta all’altra. Al lato della Martinstor non si può che fermarsi alla birreria Martins Braü.

Martins Braü non serve solo birre artigianali, ma anche il vino tipico di questa zona e pietanze regionali (come il bratwurst che ho apprezzato molto). La birreria è la Gasthaus (locanda) più antica di Friburgo. Sul sito potete trovare anche il listino.

Ovviamente, qui si può concedersi anche una fetta di Torta della Foresta Nera. La Schwarzwälder Kirschtorte è un dolce a base di ciliege (e non amarene!), pan di spagna, panna montata, cioccolato e bagna di kirsh (brandy di ciliegia). La torta è legata alla tradizione nuziale di piantare un ciliegio, pianta molto diffusa nel Baden.

Io non ho soggiornato in città, ma a Schallstadt (a 10 km e raggiungibile anche in treno da Friburgo). Nella frazione Mengen esiste un albergo immerso nella natura in stile Cappuccetto Rosso che si chiama Allemannenhof, dotato di parcheggio gratuito, winebar, ristorante (possibilità di mezza pensione o di mangiare alla carta), oltre che di un meraviglioso giardino. Il prezzo di una notte in una doppia + colazione sia aggira sui 70 €.

[Tutto quello che potrebbe fare al caso vostro se approdate a Friburgo, comunque, lo trovate qui]

❤ Miss Raincoat

Ponza

Ho cominciato a bramare il mare. E non c’è nient’altro da aggiungere.

Ponza, isola del Mar Tirreno dell’arcipelago delle Pontine, è un’isola laziale fatta apposta per chi ama mangiare in riva al mare cristallino senza pensare a nient’altro. E per gli italiani che amano “parlà come magnano”. 

Sito ProLoco Ponza : qui potete trovare tutte le informazioni per fare i turisti fai-da-te, ma non impreparati. Inoltre, troverete varie alternative per l’alloggio (io consiglierei un b&b) e per mangiare bene.

Appunto, non è un’isola per turisti inesperti, perché gran parte delle cale (ossia le baie con acqua bassa) sono raggiungibili soltanto in barca. Però potrebbe valerne la pena per i fondali trasparenti, meravigliosi anche per chi, come me, di immersioni non ne ha mai voluto sentir parlare (è un handicap mentale, lo so!!!). Inoltre, l’isola è anche ricca di cultura, dal porto romano, alle ville imperiali fino alle tante architetture del periodo borbonico. Insomma, è un luogo dove i panorami da immortalare nella memoria sono molteplici, soprattutto al tramonto data la posizione a ponente.

Come periodi consiglierei di evitare luglio ed agosto (nel periodo estivo meglio giugno o settembre), quando Ponza è letteralmente assalita dai turisti.

Ponza, come già detto prima, si raggiunge in traghetto tutto l’anno dai porti laziali di Formia, Anzio e Terracina. Da inizio aprile a fine settembre i collegamenti sono molto frequenti. Per quanto riguarda Formia, si raggiunge con un treno regionale da Roma. Il tragitto in traghetto (compagnia Laziomar) dura 2 ore e 30 minuti.

Spiagge

La più famosa è Cala di Luna (come la forma della sua falesia, ossia la caratteristica scarpata ripida), libera e raggiungibile tramite la strada provinciale, grazie a un tunnel di epoca romana – attualmente però è chiusa per il costone pericolante. Da raggiungere a piedi dal porto, la Baia di Bagno Vecchio (+ necropoli romana) che è sassosa; sempre dal porto Cala Feola che invece è sabbiosa (una delle poche), con anche piscine naturali e ristorantini tipici. La spiaggia più cool è il Frontone (con sentiero da porto o taxi marittimo), famosa per il “tempio naturale” di roccia bianca; è giovanile perché dal tramonto è una discoteca all’aperto e di giorno è un lido attrezzatissimo. I romantici apprezzeranno Cala del Core, libera e tranquilla, ma raggiungibile solo con il taxi marittimo.

Arte

Il primo impatto con l’isola è ovviamente il porto borbonico a forma di ferro di cavallo, dove, tra gli antichi edifici commerciali rossi, spicca il giallo tenue del Municipio. La chiesa che, con la sua cupola, domina mare e centro storico è intitolata ai Santi Silverio e Domitilla. Oltre per le sue dimensioni e per le sue opere d’arte (un mosaico + imitazione affreschi Cappella Sistina), è ricordata per le Feste del Patrono (dal 10 al 20 giugno) durante le quali le processioni lungo le vie si intervallano a giochi pirotecnici (che è una delle tradizioni che se si va al Sud non si possono tralasciare di vivere). Gli edifici che caratterizzano Ponza sono dette “case nella grotta”, degli edifici scavati nella roccia e abitati fin dalla preistoria. Il luogo migliore per osservarle è il quartiere Le Forna, raggiungibile in autobus dal porto. Lì ci troveremo davanti a case imbiancate di calce e, al contempo, addossate al tufo.

Idee per Gite Naturalistiche

  •  Giardino Botanico (gratis, ma su appuntamento): sulla Collina del Belvedere raggiungibile a piedi dal Centro. Il panorama mozzafiato è sui Faraglioni della Madonna.in sé si tratta di un giardino acquatico.
  •  Grotte di Pilato – a 10 minuti in barca dal porto. Sono cunicoli scavati nella roccia e sommersi da acque cristalline. Si visitano in barca.

 

Pare che l’isola di Ea, dove Ulisse incontra l’omerica maga Circe, sia da collocarsi proprio in questo magnifico angolo italico…

“E arrivammo all’isola Ea: vi abitava Circe dai riccioli belli, dea tremenda con voce umana” – dall’Odissea

❤ Miss Raincoat

Cronache da Amantea e dintorni

*Giorni 7 e 9*

Amantea ospita anche un’oasi blu del WWF, che tutela la fauna e la flora degli Scogli di Isca e Coreca.

Come già ammesso, non sono una fan del turismo balneare in stile lucertola, però sono stata contenta di poltrire un po’ sul lettino e di non dovermi sentire tutta la sabbia appiccicata addosso (dato che qui non è fine, ma grossa, tendente a sassolini). A sorpresa (seh, in realtà è per i chili di crema solare +50 kids) non mi sono nemmeno tanto scottata e ho pure fatto il bagno più di una volta, anche se ho trovato meno rischioso sedermi sugli scogli e prendermi addosso le onde quando s’infrangevano. Insomma, dato che sembro sempre seduta su una distesa di puntine, più che altro, mi sono fatta innumerevoli passeggiate sulla battigia, che soltanto il venditore ambulante di ciambelle ha macinato più chilometri di me!

Però, che spettacolo impagabile ed indescrivibile il Mare Nostrum!

❤ Miss Raincoat

Parco Scogli Isca e Coreca