Cronache dal Bancone

Vini Bianchi di Valtellina

Siamo abituati a conoscere la Valtellina per il suo vino Valtellina Superiore DOCG, un rosso fermo, realizzato con minimo 90% di uve Nebbiolo (che locamente viene chiamato Chiavennasca, ossia “più vinoso”) e con minimo 12% VOL. Questo vino, che invecchia 24 mesi in botti di rovere (o 36 in caso di Riserva), nasce tra Buglio in Monte e Tirano, acquisendo anche il nome delle sottozone (Maroggia, Sassella, Grumello, Valgella e Inferno). Inoltre, i più informati, sanno che in Valle si produce anche lo Sforzato DOCG, un passito rosso secco con 14% VOL, lasciato 3 mesi sui graticci e invecchiato in botte per altri 20 mesi. Eppure, tutta la costiera delle Alpi Retiche della Provincia di Sondrio è foderata dalla monumentale ed eroica presenza dei muretti a secco che terrazzano gli impervi ma soleggiati speroni rocciosi dove cresce la vite da secoli. Il terreno, in prevalenza sabbioso o ciottoloso (roccia granitica sfaldata), in alcune zone anche povero di calcare, ripaga con una vendemmia che si può verificare da metà settembre a metà ottobre. Quindi, tutti i vitigni idonei del territorio sondriese possono essere inseriti nel marchio Alpi Retiche IGT (un tempo era Terrazze Retiche), che abbraccia varie tipologie di vino – tra i quali i famosi bianchi da nero.

Oggi andremo a conoscere quattro vini bianchi che ho conosciuto nel percorso Vini a Palazzo durante la manifestazione Degusta Morbegno.

ROSE’ CASA VINICOLA BETTINI (San Giacomo di Teglio)

è uno spumante (perlage: continuo e minuto; spuma: fine e abbondante) brut (secco), rosé (colore: rosa pallido) e metodo classico o champenoise (rifermenta in bottiglia tramite dei lieviti detti liqueur de tirage). Il profumo è intenso; il sapore è vivace, fragrante e leggermente aspro. L’abbinamento consigliato è l’aperitivo, un brindisi oppure un antipasto di pesce/crostacei. Qui abbinato con caprino con timo, olio e pepe.

12% VOL. – servito a 8/10°C – costo medio di una standard 13,00 €

  • uve – 100% Chiavennasca (Nebbiolo)

VILLA QUADRIO CASA VINICOLA BALGERA (Chiuro)

è uno spumante (perlage: persistente e minuto; spuma: fine e abbondante), brut (secco), bianco (colore: giallo paglierino tenue) e metodo charmat (rifermenta un un grande recipiente chiuso, detto autoclave per 9 mesi). Il profumo è intenso e fruttato; il sapore, molto fine, ha una buona struttura sebbene molto fresco. L’abbinamento consigliato è l’aperitivo o pesce in generale. Qui abbinato con lardo nostrano e miele di castagno.

12% VOL. – servito a 6/8°C – costo medio di una standard 20,00 €

  • uve – 70% Chiavennasca (Nebbiolo); 30% Chardonnay

OPERA CASA VINICOLA MAMETE PREVOSTINI (Mese) *l’etichetta ospita ogni anno un artista valtellinese, il 2019 è la volta di Elena Pontiggia

è un vino bianco (colore: giallo paglierino brillante) fermo. Vinifica fermentando in acciaio inox e affinandosi 5 mesi in fusti di rovere. Il profumo è fresco ed equilibrato; il sapore ha note di frutta matura come mela ed albicocca. L’abbinamento consigliato è l’aperitivo, secondi di carne o pesce e formaggi poco stagionati. Qui abbinato con Crotto stagionato e marmellata di mirtilli. * Il Crotto è un formaggio vaccino semiduro con gusto deciso, il quale matura nei tipici crotti della Valchiavenna (grotte con ventilazione costante).

13% VOL. – servito a 8/10°C – costo medio di una standard 18,00 €

  • uve – 30% Chardonnay, 10% Sauvignon, 5% Pinot Bianco; 5% Incrocio Manzoni (Riesling + Pinot Bianco) nella zona di Postalesio

CA’ BRIONE CASA VINICOLA NINO NEGRI (Chiuro)

è un vino bianco (colore: giallo paglierino) fermo. Vinifica con un leggero appassimento di 15 giorni, fermentando e affinandosi in piccole botti di rovere. Il profumo è floreale e tende al sambuco; il sapore ha note di frutta come pesca, pera e melone. L’abbinamento consigliato è un primo di terra in bianco, un secondo di pesce/crostacei o un formaggio fresco. Qui abbinato con un Casera 300 giorni e la Bisciola. * Il Casera è un formaggio vaccino realizzato con latte parzialmente scremato e con un sapore più dolce del Bitto, tendente alla frutta secca; la Bisciola è un pane nero con frutta secca e uvetta, un dolce poco dolce.

13% VOL. – servito a 10/12°C – costo medio di una standard 27,00 €

  • uve: 45% Sauvignon; 30% Chardonnay; 15% Incrocio Manzoni (Riesling + Pinot Bianco); 10% Chiavennasca (Nebbiolo) nella zona di Chiuro, Teglio e Tresivio

La mia classifica: 1. Opera – 2. Villa Quadrio – 3. Cà Brione – 4. Spumante Rosé Bettini

Miss Raincoat

“Non esiste un vino buono, esiste solo un vino che ti piace”

Un ringraziamento speciale per gli insegnamenti di mangia&bevi (bene) ai sommeliers Alessandro ed Elia dell’AIS di Sondrio 🙂

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Il Castel Grumello

Le Giornate di Primavera del FAI di Sondrio si sono svolte a Piuro, considerata la Pompei alpina (il borgo originario fu distrutto da una frana avvenuta nel 1618). Dato che Piuro si trova in Valchiavenna, in modo da dare un’ampia visione sul panorama storico-artistico sondriese, è stato proposto anche un altro monumento sito in Valtellina (e fruibile tutto l’anno): il Castel Grumello.

Grumello, per chi è godereccio come me, è il nome di un vino. A essere sinceri, è la denominazione di una sottozona della produzione del Valtellina Superiore DOCG (detto il Nebbiolo delle Alpi), che indica i terrazzamenti vitivinicoli a nord-est di Sondrio, dominati dall’omonimo antico castello.

Però, se vogliamo fare per forza gli intellettuali, Grumello è una rocca nel Comune di Montagna in Valtellina sul quale si erge lo strategico fortilizio. La toponomastica di questa altura, del resto, viene dal latino “grumus” (roccia). Il Grumello fu insediato già durante l’Età del Ferro, come testimoniano le coppelle ritrovate nell’area.

Venne fatto costruire nel 1326 da Corrado De Piro, della famiglia ghibellina (infatti, i merli delle torri sono a coda di rondine). Nel 1372, però, i De Piro vennero sconfitti dai guelfi Capitanei (signori di Sondrio e residenti al Castel Masegra) e il maniero venne ceduto, per metà, a Tebaldo De Capitanei.

Strutturalmente, è definito gemino per via delle due strutture separate un tempo anche cinte e collegate da mura. Considerando gli scavi archeologici, oltre ad essere più ampio di come lo vediamo oggi, doveva essere anche uno dei più grandi castelli della Valtellina. La costruzione occidentale, pur essendo dotata di torre di avvistamento, era la parte residenziale: presenta, infatti, un arco d’ingresso, ampie aperture e il rudere di un camino.  La costruzione orientale, con la torre più ampia e con massi ben squadrati, invece, era l’edificio militare consacrato all’avvistamento dei nemici.

Il Castel Grumello, così come gli altri castelli valtellinesi, vide la sua fine con l’arrivo dei Governatori delle Tre Leghe Grigie che, per prevenire tentativi di riconquista, rasero al suolo tutte le fortificazioni nel 1526.

Orari: da marzo a settembre tutti i giorni (tranne i lunedì non festivi) dalle 10 alle 18; da ottobre a febbraio lo stesso, a parte che la chiusura è alle 17 – Prezzo: (devoluto al FAI) 3€ per gli adulti; 1 € per i bambini da 4 a 12 anni. 

❤ Miss Raincoat