“Il Porto di Trieste” di Egon Schiele

Egon Schiele è un pittore che ho amato moltissimo quando avevo vent’anni. Qui sotto vi metto un link di un articolo bello dettagliato che avevo scritto su di lui nei miei anni verdi (quelli di adesso, i trenta, li vedo più blu)…

* Clicca qui per leggere l’articolo *

Quello che si può dire di questo quadro è che è qualcosa di diverso, per come conoscevo io Egon Schiele, quello dei ritratti. Però, i paesaggi sono i ritratti dello spazio. Infatti, la fase del paesaggio per lui fu il preludio di quello delle ragazzacce riprese in posizioni scomode.

Anche in questo suo paesaggio ho ritrovato la sua capacità di trasmettere sensazioni, ci mette davanti dei riflessi ed esprime malinconia. Come riassumere Schiele: poetico, puntuale, struggente.

Schiele non era nato al mare, ma lo amava. Probabilmente, ce l’aveva dentro come concetto e si lasciava cullare da questo sentimento. Il sentimento del blu. Qualcosa di enormemente incommensurabile, di incerto ma eccezionale e inevitabile. Qualcosa di crudo e non filtrato come le linee di questo dipinto.

Decisamente, però, questo non è un mare azzurro o cristallino. Sono delle acque silenziose che rispecchiano i colori della città, la Trieste della quale Umberto Saba, più o meno negli stessi anni, avrebbe messo in versi la grazia scontrosa. Anche il cielo, di quel rosa salmone irreale tipico dei tramonti triestini, trova spazio nel riflesso che la superficie fluida restituisce a chi si ferma ad ammirare il porto. Ma chi si ferma qui a cosa sta pensando?

Quanto amo Trieste. Quanto mi assomiglia Trieste.

Miss Raincoat

Pubblicità

Gita al Castello di Miramare

Siamo in un quartiere di Trieste, quello più a picco sul Golfo, dove Massimiliano d’Asburgo costruì una dimora da condividere con la moglie Carlotta del Belgio, a metà Ottocento. Il nome “Miramare” significa guardare il mare ed è memore dei castelli spagnoli che piacevano molto a Massimiliano. Lo stile al quale si ispira è quello del Castello di Babelsberg a Potsdam in Germania.

Il parco marino di 22 ettari ospita piante di vari generi, alcune delle quali collezionate dallo stesso Massimiliano, appassionato di botanica, durante i suoi viaggi come ammiraglio della Marina Militare Austriaca.

Nella parte superiore si trova il Castelletto, una residenza più piccola che ospitò i regnanti durante la costruzione, ma che divenne una sorta di manicomio murato per la sventurata Carlotta. Infatti, pare che il Castello sia legato ad una maledizione: chi ne prende possesso non può goderne la bellezza dacché morirà lontano da casa (Massimiliano morì assassinato in Messico e Carlotta impazzì). Vengono ancora più i brividi se si pensa che la coppia entrò nel Castello a Natale 1860.

Io ho raggiunto il sito con i mezzi pubblici da Trieste. Se si alloggia nella città è il modo più comodo così non bisogna spostare la macchina da un parcheggio a pagamento (unica pecca di Trieste, ma risolvibile parcheggiando al Molo IV per 10€ al giorno) ad un altro ulteriormente a pagamento. Il biglietto del pullman, infatti costa 1,25 € e vale un’ora; il parcheggio del sito costa 2,00 € all’ora – considerando che la permanenza dura più di un’ora. Il bus si prende dalla Stazione Centrale oppure da Piazza Oberdan e passa circa ogni 20 minuti; si scende al capolinea, cioè al porticciolo di Grignano. Da lì si prende una scaletta e si arriva alla parte superiore del parco. Una volta finito il percorso al Castello si può uscire sul lungo mare e, in 15 minuti, raggiungere la fermata bivio; oppure, ritornare indietro al porticciolo.

Percorso di visita: Serre – Castelletto – Casa Svizzera (bar) – Lago dei Cigni – Giardino all’Italiana – Molo con Sfinge – Castello – Belvedere – Scuderie

Alcune informazioni: parcheggio a pagamento, bar, wc, aperto tutti i giorni dalle 9 alle 19 – parco: gratis , castello: 12,00€

http://www.castello-miramare.it

❤ Miss Raincoat

 

«O Miramare, a le tue bianche torri
attedïate per lo ciel piovorno
fósche con volo di sinistri augelli
vengon le nubi.»

Giosuè Carducci

Come (non) stare a dieta a Trieste

Una guida in vacanza

Come promesso la settimana scorsa, un intero post per parlare di una branca del turismo che mi interessa assai, quello enogastronomico. A me è parso che a Trieste il mangiar (e bere, se no va di traverso!) bene faccia parte della cultura, un po’ come in tutta la nostra Italia… però, ecco, da questo luogo non è consentito andarsene senza averne assaggiato un pezzo!!! In barba a chi dice che noi del nord siamo parchi con le porzioni 🙂

Il primo concetto da interiorizzare a Trieste è quello del buffet. Si tratta di un locale tra il bar e la trattoria dove, ad ogni ora del giorno, puoi fare aperitivo. Ma, attenzione, non è l’aperitivo chic e un po’ bauscia che intendiamo di solito. Al buffet triestino si trova un menù “alla  caldaia”, che spazia dal salato al dolce. Insomma, uno spuntino rinforzato/ merenda irredenta.

Due buffet consigliati: Bar  Borsa se siete di fretta o Le Botti se avete molta fame. Il primo è vicino a Piazza della Borsa, mentre il secondo e a due passi da Piazza Hortis.

  • Buffet salato: il panino con la cotoletta (che qui viene chiamata lubianska), prosciutto caldo con senape e kren (è qualcosa che assomiglia molto al Prosciutto di Praga; è tagliato molto spesso; il kren è una specie di rafano, chiamato anche barbaforte, leggermente piccante, sicuramente molto particolare), gulasch, gnocchi alle prugne (tipo knödel), patate in tecia (ossia bollite e poi saltate con la cipolla; la tecia è la crosticina che si forma). Ovviamente, dato che siamo al mare, diamo un’occhiata anche tra le preparazioni di pesce (dalle insalate ai fritti, passando per la pasta)
  • Buffet dolce: i dolci tipici sono la pinza (una brioche non molto dolce e quindi abbinabile sia a marmellata sia a salumi) e la putizza (sfoglia arrotolata che racchiude un impasto di frutta secca, uvetta, cioccolato, rum e marmellata di albicocche) . Non dimentichiamo che qui sono ottimi anche Tiramisù (di origine forse friulana) e gli austriaci Strüdel e Sachertorte.

Per quanto riguarda i vini, io ne ho assaggiati “solo” tre: il Friulano già Tocai (bianco), lo Chardonnay dei Colli Orientali (bianco frizzante) e il Merlot (rosso).

Per digerire un bel caffé?! Anche qui c’è da sgranare un concetto. Prima di tutto, a Trieste l’espresso si chiama <nero> e l’espresso macchiato <capo>. Inoltre, a Trieste, è il re delle bevande, in quanto l’import del chicco americano ha avuto larga importanza nel suo sviluppo economico e  in quanto i Caffé Letterari ne sono stati simbolo dell’élite culturale. Perciò, a Trieste il caffè è un momento, non una semplice tazzina con dentro qualcosa.

Tra i Caffé da visitare c’è il Tommaseo, vicino a Piazza Unità d’Italia. Fu fondato da Tommaso Marcato nel 1830, colui che portò il gelato a Trieste. Oltre per la raffinatezza dell’interno, è da visitare perché le sue mura hanno sentito parlare di irredentismo ed è stato il locale preferito per Svevo, Saba e Joyce, per esempio.

Ah, vi ricordo che ho postato qui#1 e qui#2 le idee di passeggiate a Trieste per smaltire quello che avete mangiato/bevuto!!!

❤ Miss Raincoat 

Trieste da (assolutamente) Vedere [#2]

Una guida in vacanza

Come molti di voi già sanno, adoro i posti con l’acqua, dal mare alla pozzanghera. Perciò, riesce a sbalordirmi sia l’alba sul Mar Mediterraneo sia un canale della Lega Anseatica, per esempio.

Quest’anno è toccato a Trieste, che mi è piaciuta un sacco per il suo essere una città dai mille contrasti: un golfo sull’Adriatico abbracciato dall’altipiano carsico. E poi, la scenografica Piazza Unità d’Italia, in Europa la più grande in europa con affaccio sul mare, la quale, malgrado il mare, ha un’impronta decisamente viennese. Inoltre, l’antica Tegeste, memore dell’Impero Romano, fu asburgica fino al 1918, quando fu annessa all’Italia la prima volta (la seconda nel 1954).

Ultimiamo con il secondoo episodio (e ultimo) di ciò che si deve assolutamente vedere durante la passeggiata alla scoperta del capoluogo friulano (comunque MAI chiamare un triestino <friulano>, potrebbe finire male!)

  • PIAZZA OBERDAN

Immancabile la visita al Museo del Risorgimento con attiguo Sacrario Oberdan (da giovedi a domenica, 10-17 , entrata libera). L’edificio, inaugurato nel 1934, porta la firma del triestino Umberto Nordio e sorge sull’area della Caserma Austriaca dove, accusato di tradimento e cospirazione nei confronti dell’imperatore Francesco Giuseppe, Guglielmo Oberdan venne giustiziato il 20 dicembre 1882 (all’età di 24 anni). Adiacente al Museo, troviamo il Sacrario con il Monumento di Oberdan di Attilio Selva e la cella originaria dove l’eroe attese il supplizio. Nel Museo, invece, troviamo documenti e cimeli delle vicende triestine dal Risorgimento fino alla Grande Guerra (garibaldini giuliani, volontari giuliani e dalmati e, ovviamente, molti effetti personali dello stesso Oberdan). Il Salone Centrale, inoltre, esibisce le lunette pittoriche di Carlo Sbisà: dei busti femminili rappresentano le città redente a Trieste (Aquileia, Gorizia. Fiume, Zara, Pola e Parenzo + Spalato con il velo perché irredenta). Mi è piaciuto il ricordo al 7 agosto 1915, alle 16,30: Gabriele D’Annunzio vola su Trieste lanciando bandiere italiane e bombe e gli austriaci cercano di ucciderlo (l’impresa a Fiume sarà nel 1919).

  • PIAZZA VITTORIO VENETO

L’ho scoperta per caso dirigendomi in Piazza Oberdan, ma la Fontana dei Tritoni mi è sembrata indescrivibile. Nella stessa piazza troviamo il Museo Postale e Telegrafico Mitteleuropeo.

  • TEATRO ROMANO

Ai piedi del Colle San Giusto e al limitare della Città Vecchia, troviamo il teatro del II sec. d.C. voluto dal procuratore di Traiano. All’epoca della costruzione era fuori dalle mura ed in riva al mare e poteva ospitare fino a 6.000 spettatori. Come da tradizione classica, sfrutta la pendenza naturale della collinetta. Proseguendo con il cammino, tramite una scalinata raggiungiamo le chiese di Santa Maria Maggiore e San Silvestro.

  • COLLE DI SAN GIUSTO

Il centro storico vero e proprio di Trieste sarebbe qui, dove si arrampicava anche il mio amato Umberto Saba. Ai piedi del colle troviamo l’Arco di Riccardo, del I sec. a.C. Al Colle si accede tramite la monumentale Scala dei Giganti. Una volta saliti troviamo il Castello, la Cattedrale ed il Parco delle Rimembranze.

  • CAVANA

Il nome indica una parte della Città Vecchia. La zona pedonale è molto caratteristica e piena di negozietti e botteghine. Camminando arriviamo fino a Piazza Attilio Hortis dove ci aspetta la statua di Italo Svevo, nonché una vasta scelta di buffet triestini (argomento a cui dedicheremo un altro post).

“Trieste ha una scontrosa grazia” – Umberto Saba

❤ Miss Raincoat

Trieste da (assolutamente) Vedere [#1]

Una guida in vacanza

Come molti di voi già sanno, adoro i posti con l’acqua, dal mare alla pozzanghera. Perciò, riesce a sbalordirmi sia l’alba sul Mar Mediterraneo sia un canale della Lega Anseatica, per esempio.

Quest’anno è toccato a Trieste, che mi è piaciuta un sacco per il suo essere una città dai mille contrasti: un golfo sull’Adriatico abbracciato dall’altipiano carsico. E poi, la scenografica Piazza Unità d’Italia,  in Europa la più grande in europa con affaccio sul mare, la quale, malgrado il mare, ha un’impronta decisamente viennese. Inoltre, l’antica Tegeste, memore dell’Impero Romano, fu asburgica fino al 1918, quando fu annessa all’Italia  la prima volta (la seconda nel 1954).

Cominciamo con il primo episodio (domani il secondo e ultimo) di ciò che si deve assolutamente vedere durante la passeggiata alla scoperta del capoluogo friulano (comunque MAI chiamare un triestino <friulano>, potrebbe finire male!)

  • IL PORTO – Riva III Novembre

Mi piace intenderlo tra i due fari, il Faro della Vittoria nel rione Gretta  e la Lanterna, ossia il faro vecchio sul Molo Fratelli Bandiera. Ovviamente, tra i moli, il più famoso è sicuramente il Molo Audace con la sua Rosa dei Venti: a percorrerlo fino alla fine ci immergiamo nella storia abbastanza recente del nostro Paese, fu qui che il primo cacciatorpediniere italiano attraccò nell’allora straniera Trieste. Se ci voltiamo verso il centro-città è difficile non scorgere la cupola verde del settecentesco Palazzo Carciotti e le due torri della Chiesa S. Nicolò dei Greci (neoclassica). Altri punti d’interesse del lungomare sono la Scala Reale (monumento ai bersaglieri e alle ragazze triestine), l’Acquario con vicino il Salone degli Incanti (già pescheria centrale, ora spazio culturale) e Piazza Venezia (dove la statua dell’uomo panciuto ci rappresenta Massimiliano d’Asburgo).

  • PIAZZA UNITA’ D’ITALIA

Come ho anticipato prima, lo stile della piazza è molto mitteleuropeo, ma è ulteriormente affascinante per la presenza del mare. I palazzi che vanno a formare il salotto cittadino, per altro istituzionale, vanno a cambiare letteralmente colore a seconda della luce (di notte l’illuminazione è fantastica, comunque!). Il palazzo centrale è il Municipio, molto particolare nell’architettura, il quale ospita Mikez e Jakez (due bronzi che si divertono a segnare le ore – ogni quarto, mezzo e ora). Sul lato a sinistra, troviamo il Palazzo della Luogotenenza Austriaca/Palazzo della Provincia, con i suoi meravigliosi mosaici (è il mio preferito). Sul lato a destra, invece, guardiamo il Lloyd Triestino/Palazzo della Regione con le fontane di Teti e Venere. In mezzo alla piazza, svetta la Fontana dei Quattro Continenti. Lì accanto, sulla pavimentazione, un’iscrizione ci ricorda che il 18 settembre 1838 Mussolini promulgò qui le leggi razziali.

  • PIAZZA DELLA BORSA

Dopo Piazza Unità d’Italia, è conosciuta come secondo salotto cittadino. Il Palazzo neoclassico con la Fontana di Nettuno davanti è il Palazzo del Commercio. Spostando lo sguardo sulla pavimentazione, possiamo divertirci a scoprire l’orario tramite una meridiana umana (che bello sentirsi uno gnomone!!!). Lì vicino, troviamo l’ex palazzo della Borsa, ossia il Tergesteo con la sua galleria. Volendo, possiamo raggiungere Via Alighieri per stringere la mano alla statua di Umberto Saba.

  • CANAL GRANDE E BORGO TERESIANO

Nel cuore del borgo voluto da Maria Teresa d’Austria per dare più aria alla cittadina portuale, troviamo un canale navigabile che imbocca nel Porto. Il palazzo più particolare che si affaccia sull’acqua è il Palazzo Gopchevic, con una decorazione a greche rosse e gialle. Su Ponte Rosso troviamo la statua dello scrittore irlandese James Joyce, che abitò a Trieste (nell’attigua piazzetta la statua della fontana viene chiamata Giovannin de Ponterosso) Infine, le due chiese che capeggiano su questo panorama sono la neoclassica Sant’Antonio Nuovo e la bizantina San SpiridioneCarlo VI d’Austria, all’inizio del Settecento, fu largamente tollerante nei confronti delle religioni acattoliche, perciò fece in modo che a Trieste si spingessero vari mercanti, imprenditori e artigiani di tutto il Mediterraneo Orientale. Nel 1736 serbi (allora illirici) e greci fondarono una Comunità Ortodossa a Trieste (con base alla Chiesa di San Spiridione); nel 1782 i Greci si separarono e costruirono la Chiesa di San Nicolò (in via Mazzini troviamo un hotel e un ristorante greco, in effetti, che sono Filoxenia ed Elià)

[…continua]

❤ Miss Raincoat