Mid-Italy On The Road

Marche e Umbria in stile Road Runner

Il Road Runner, per capirci Willie che non si fa mai prendere dall’affamato Coyote, è un uccello dei deserti tra California e Messico. Nonostante sia in grado di volare, preferisce spostarsi a piedi, fino a raggiungere velocità di trenta chilometri orari (che è anche il modo in cui si procura da mangiare). Di notte e di pomeriggio dorme e recupera tutta l’energia che ha alla mattina durante dei “bagni di sole”. Per le questioni amorose, invece, si prende tutto il tempo che ci vuole, cioè da marzo a settembre. Il maschio corteggia la femmina regalandogli prede, soprattutto serpenti. Se l’omaggio non fosse sufficiente, lui le agita la coda davanti al muso cantando una canzone. Se la femmina decide per il fatidico sì, allora costruirà un nido con erbe, piume e rametti recuperati dal fidanzato. La coppia formata rimane insieme per tutta la vita.

Breve parentesi SuperQuark per un altrettanto breve post in cui vi racconto il mio veloce giro giro tondo di questi miei giorni da turista…

Pesaro – “Una donna intelligente” a detta di Calcutta. Sul Mar Adriatico, di cui ho visitato il porto per il running mattutino sul Molo di Levante. Il centro storico è molto rinascimentale, il mio monumento preferito è la fontana detta La Pupilla davanti a Palazzo Ducale in Piazza del Popolo, una delle quattro fontane storiche di Pesaro. Ho mangiato molto volentieri gli Spaghetti alla Fanese, ossia con sarde – tonno – pomodorini – prezzemolo.

Fano (distante circa 14 km – 20 min) – che un tempo era un sito sacro alla Dea Fortuna. Ci sono andata per vedere meglio il mare. Ho visto il tramonto a Marina dei Cesari, il porto turistico. Meraviglioso e pieno di pathos il Monumento ai Caduti in Mare, detto La Tempesta (in ricordo alla tragedia del giugno 1964) sul Molo del Faro Verde. Il tutto si raggiunge con una passeggiata su pontile fisso, la Passeggiata del Lisippo, con vista su scogli e trabucchi.

Fabriano (distante circa 100 km – 1 ora e 20 min) – la città dei fogli delle Scuole Medie (ahahah) e per questo protetta da UNESCO. Ho visitato gli archi illusoriamente infiniti del rinascimentale Loggiato di San Francesco, pensato per collegare la Chiesa di San Francesco alla Piazza del Comune durante l’epidemia di peste del 1450. Ovviamente, non si poteva che fare tappa al Museo della Carta e della Filigrana ospitato in un vecchio convento domenicano, del quale è iconico e instagrammabile il chiostro.

Civitella del Lago e Lago di Corbara (distante 115 km – 1 ora e 45 min) – dicono che all’Umbria manchi solo il mare, in effetti ha i laghi e io ne ho scelto uno artificiale con rive frastagliate fino alla gola del Forello, nella valle del Tevere. Come tutti sappiamo, è una zona vitivinicola e il paesaggio è caratterizzato da borghi arroccati e vigneti. Civitella è in cima a una di queste collinette e, chiaramente, l’ho scelta per la vista panoramica e anche perché mi faceva strano che un piccolo paesino conservasse molte antiche porte monumentali. L’artigianato locale è famoso per le uova dipinte, che adornano i negozietti del borgo.

Orvieto (distante 20 km – 20 min) – Orvieto meriterebbe una vacanza a sé stante. Nel mio sightseeing ho incluso il Pozzo di San Patrizio, la Fortezza Albornoz, la Torre del Moro con risalita, il Duomo con la Cappella di San Brizio (la celebre per i dannati di Luca Signorelli) e una ovvia e meritata degustazione del vino Orvieto Classico.

(scusate se sono stata molto riassuntiva e ho badato poco alla perifrastica, ma sto scrivendo tramite le note dello smartphone)

Buone vacanze a me 🙂

Miss Raincoat (in sella a un unicorno)

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Orvieto

La domanda più intelligente che mi è stata posta durante il periodo di festeggiamenti apocalittici per il mio compleanno è stata “Ti posso regalare un viaggio? Dove vorresti andare?”. Non so per quale motivazione, ma – di getto – ho nominato Orvieto.

Le motivazioni, in realtà, sono queste…
1. La Raggiungibilità

Orvieto è raggiungibile con i mezzi pubblici (treno) prendendo la Freccia Rossa fino a Firenze – Santa Maria Novella e un Regionale Veloce fino a Orvieto – Scalo. Il viaggio a/r costa attorno ai 100 € (io consiglierei anche di organizzarsi per rimanere un’oretta nei pressi della stazione omaggiata da Pupo). Con i mezzi propri si può arrivare a Orvieto – Scalo, precisamente in Piazza della Pace e trovare un parcheggio gratuito (per ogni tipo di veicolo e munito di servizi – 450 posti) ad un passo dalla Funicolare (in Piazza Matteotti). La Funicolare, proprio dirimpetto alla Stazione Ferroviaria insieme alla Stazione dei Bus (per le altre mete umbre), ci permette di raggiungere Piazza Cahen, dove è situata la “vera” Orvieto. Il costo del biglietto della funicolare è 1,30€ (gratis fino ai 6 anni – validità 90 minuti) lo stesso biglietto dà diritto di usufruire dei minibus che portano da Piazza Cahen al Duomo o a Corso Cavour – le corse di funicolare e minibus si effettuano ogni 10 minuti dalle 8,00 alle 20,30. Il Duomo o Piazza Cavour distano 10 minuti a piedi. 

2. La Geografia e il Paesaggio

Orvieto, in provincia di Terni, è situata nella parte occidentale dell’Umbria a 325 metri di altitudine. La rupe tufacea sulla quale è abbarbicata domina la valle dei fiumi Paglia e Chiani. La nebbiolina magica dalla quale è spesso avvolta la fa sembrare l’Olimpo di Pollon. Il suo Centro Storico, invece, è un dedalo di viuzze antichissime.

3. L’Arte alla Portata di Tutti 

Quello che farei io ad Orvieto è scegliermi un paio di monumenti da visitare approfonditamente e, in seguito, concedermi i cosiddetti giri turistici (che i più intellettuali chiamano il sightseeing) e, dato che ci sono, di esplorare i negozi di artigianato locale (celebre per le ceramiche e per il vino). 

I monumenti orvietani che destano la mia curiosità sono il Duomo e il Pozzo di San Patrizio. L’ingresso al Duomo, compreso di Cappella di S. Brizio, costa 4€ (se si aggiunge 1€ si possono visitare anche il Museo dell’Opera nei Palazzi Papali e la gipsoteca presso S. Agostino). Per scendere dentro al Pozzo il biglietto è di 5€. Le entrate sono acquistabili nelle biglietterie in loco.

Vicino a Piazzale Cahen troviamo il Tempio Etrusco(che si trova all’interno di un giardino pubblico) il Pozzo di San Patrizio e la Fortezza dell’Albornoz. Proseguendo un po’ verso est della piazza ci troviamo alla Porta Rocca, che è anche un’ampia balconata sulla vale e sulle mura antiche. Il Pozzo di San Patrizio, che garantì ad Orvieto l’acqua anche in caso d’assedio, è collocato alla fine di un viale alberato.

Attorno a Piazza Duomo troviamo, da una parte, l’importante chiesa e, di fronte, la Torre di San Maurizio con orologio (a sinistra) e il Palazzo dei Papi/Soliano sede del Museo dell’Opera (a destra). Il Duomo è considerato un capolavoro del Medioevo e uno dei rari esempi di Gotico Italiano. Ce ne accorgiamo anche solo ammirando l’esterno, costernato da rilievi, portali e quei magnifici affreschi su fondo oro in facciata. Eppure, non si può lasciare Orvieto senza aver visto le Scene dei Dannati di Luca Signorelli nella Cappella della Madonna di San Brizio. Il Duomo conserva anche la reliquia della Porziuncola, un lembo di lino sul quale il vino eucaristico si sarebbe tramutato in sangue. 

In Corso Cavour, dove potremo ammirare anche il Palazzo dei Sette e la Torre del Moro, possiamo anche pernottare presso l’Hotel Corso (offre anche la possibilità di mezza pensione presso un ristorante convenzionato; in modalità b&b costa ca. 50€  in una doppia)

Per le nostre passeggiate non possiamo dimenticare Piazza del Popolo (con il Palazzo del Capitano e la romanica Chiesa di San Rocco), Piazza della Repubblica (con il Municipio e la torre campanaria dodecagonale  della Chiesa di Sant’Andrea), Via Malabranca, che ha un panorama imperdibile, verso Via della Cava (+ Chiesa di San Giovenale e ex chiesa conventuale di Sant’Agostino) e di Via Ripa Serancia (con le caratteristiche case in tufo).

[Per maggiori informazioni circa il soggiorno e i siti turistici qui

 

** Tanti auguri di Buon Compleanno a mia Sorella (per domani ), che ha ispirato questo post (oggi). I love you **

❤ Miss Raincoat

 

 

 

Ponza

Ho cominciato a bramare il mare. E non c’è nient’altro da aggiungere.

Ponza, isola del Mar Tirreno dell’arcipelago delle Pontine, è un’isola laziale fatta apposta per chi ama mangiare in riva al mare cristallino senza pensare a nient’altro. E per gli italiani che amano “parlà come magnano”. 

Sito ProLoco Ponza : qui potete trovare tutte le informazioni per fare i turisti fai-da-te, ma non impreparati. Inoltre, troverete varie alternative per l’alloggio (io consiglierei un b&b) e per mangiare bene.

Appunto, non è un’isola per turisti inesperti, perché gran parte delle cale (ossia le baie con acqua bassa) sono raggiungibili soltanto in barca. Però potrebbe valerne la pena per i fondali trasparenti, meravigliosi anche per chi, come me, di immersioni non ne ha mai voluto sentir parlare (è un handicap mentale, lo so!!!). Inoltre, l’isola è anche ricca di cultura, dal porto romano, alle ville imperiali fino alle tante architetture del periodo borbonico. Insomma, è un luogo dove i panorami da immortalare nella memoria sono molteplici, soprattutto al tramonto data la posizione a ponente.

Come periodi consiglierei di evitare luglio ed agosto (nel periodo estivo meglio giugno o settembre), quando Ponza è letteralmente assalita dai turisti.

Ponza, come già detto prima, si raggiunge in traghetto tutto l’anno dai porti laziali di Formia, Anzio e Terracina. Da inizio aprile a fine settembre i collegamenti sono molto frequenti. Per quanto riguarda Formia, si raggiunge con un treno regionale da Roma. Il tragitto in traghetto (compagnia Laziomar) dura 2 ore e 30 minuti.

Spiagge

La più famosa è Cala di Luna (come la forma della sua falesia, ossia la caratteristica scarpata ripida), libera e raggiungibile tramite la strada provinciale, grazie a un tunnel di epoca romana – attualmente però è chiusa per il costone pericolante. Da raggiungere a piedi dal porto, la Baia di Bagno Vecchio (+ necropoli romana) che è sassosa; sempre dal porto Cala Feola che invece è sabbiosa (una delle poche), con anche piscine naturali e ristorantini tipici. La spiaggia più cool è il Frontone (con sentiero da porto o taxi marittimo), famosa per il “tempio naturale” di roccia bianca; è giovanile perché dal tramonto è una discoteca all’aperto e di giorno è un lido attrezzatissimo. I romantici apprezzeranno Cala del Core, libera e tranquilla, ma raggiungibile solo con il taxi marittimo.

Arte

Il primo impatto con l’isola è ovviamente il porto borbonico a forma di ferro di cavallo, dove, tra gli antichi edifici commerciali rossi, spicca il giallo tenue del Municipio. La chiesa che, con la sua cupola, domina mare e centro storico è intitolata ai Santi Silverio e Domitilla. Oltre per le sue dimensioni e per le sue opere d’arte (un mosaico + imitazione affreschi Cappella Sistina), è ricordata per le Feste del Patrono (dal 10 al 20 giugno) durante le quali le processioni lungo le vie si intervallano a giochi pirotecnici (che è una delle tradizioni che se si va al Sud non si possono tralasciare di vivere). Gli edifici che caratterizzano Ponza sono dette “case nella grotta”, degli edifici scavati nella roccia e abitati fin dalla preistoria. Il luogo migliore per osservarle è il quartiere Le Forna, raggiungibile in autobus dal porto. Lì ci troveremo davanti a case imbiancate di calce e, al contempo, addossate al tufo.

Idee per Gite Naturalistiche

  •  Giardino Botanico (gratis, ma su appuntamento): sulla Collina del Belvedere raggiungibile a piedi dal Centro. Il panorama mozzafiato è sui Faraglioni della Madonna.in sé si tratta di un giardino acquatico.
  •  Grotte di Pilato – a 10 minuti in barca dal porto. Sono cunicoli scavati nella roccia e sommersi da acque cristalline. Si visitano in barca.

 

Pare che l’isola di Ea, dove Ulisse incontra l’omerica maga Circe, sia da collocarsi proprio in questo magnifico angolo italico…

“E arrivammo all’isola Ea: vi abitava Circe dai riccioli belli, dea tremenda con voce umana” – dall’Odissea

❤ Miss Raincoat

Cronache da Amantea e dintorni

*Giorno 2*

Il secondo giorno ci siamo svegliati con un’irrefrenabile voglia di fare i turisti, quelli che camminano e osservano facendo finta di essere Alberto Angela . Io, lo ammetto, sono una guida semplice, non riesco a starmene tutto il giorno in spiaggia; in più, come ho già spiegato, ho la pelle bianchissima, tant’è che a volte non basta nemmeno la protezione solare più potente del mondo (e al mare ci si scotta anche all’ombra, no?). L’albergo – abbiamo già visto- era a pochi passi dal centro storico, perciò ne abbiamo approfittato e ci siamo inerpicati impavidi tra le sue stradine scoprendo scorci e gioielli in ogni angolo…

Amantea fu una città della Magna Grecia, conosciuta come Nampetia (ossia “nuovo accampamento”); dopo la conquista araba il nome cambiò in Al-Mantiah (ossia “la rocca”). Guardandola dal basso, in effetti, sembra quasi trattenere il fascino sornione delle isole greche, ma appena presa la prima via del centro,  i palazzi seicenteschi e il carattere “moresco” la proiettano già in secoli diversi. Al turista indeciso, io consiglierei di buttare un’occhiata ai maestosi ruderi del Castello, al Convento di San Bernardino e alla Chiesa dei SS. Madonna del Carmine e Rocco. 

La Chiesa di San Bernardino, quattrocentesca, si raggiunge tramite una scalinata omonima (*cfr. foto in copertina). All’epoca della sua costruzione, questa porzione di abitato era quasi completamente deserta; oggi, invece, ci regala una panoramica privilegiata su Amantea bassa. Il complesso è contraddistinto da un portico ad archi che introduce e al portale e al chiostro laterale. Quello che mi ha colpito dell’interno sono, oltre al tipico stile castigato francescano e goticheggiante dell’insieme,  1) la reliquia della porzione di pelle di S. Antonio da Padova e 2) il busto, l’iscrizione e lo stemma di famiglia del nobile di Amantea  vescovo di Termoli Antonio Mirabelli. Nel chiostro, invece, si possono osservare la campana in bronzo originaria e, attraverso delle vetrate, le canalizzazioni originarie del Convento

Più info sul Convento

Percorrendo tutta la scalinata, si arriva alla sommità del borgo, in una piazzetta mozzafiato sul Tirreno, che ospita una chiesa e la veduta migliore, alzando il nasino, sul Castello.

La Chiesa del Carmine fu edificata a fine Seicento su un tempio pagano dedicato al Sole; inoltre, conserva i resti di una statua colpita da un fulmine. Il Castello, che domina Amantea, un tempo era formato da un Mastio al centro e al lato la Chiesa di S. Francesco (che fu anche moschea); fu edificato circa nel 1100 e serviva come presidio dalle incursioni dei corsari.

Più info sul Castello

Quindi, nonostante il litro di Acqua Calabria (sempre lei, La Diureticissima) che ho dovuto bere per riprendermi, direi che la cavalcata verso la cima di Amantea sia stata sorprendentemente emozionante, non solo perché vedere tutto dall’alto per me ha sempre avuto molto fascino, ma anche perché il rumore del nuovo e il silenzio del vecchio in questa cittadina formano un connubio quasi musicale. Ah, i miei complimenti più sinceri a quella nonnina che si è fatta due volte la scalinata in 15 minuti! 

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❤ Miss Raincoat

Corfù

Se è pur vero che la dichiarazione d’amore migliore è <ti porto al mare> è anche vero che ogni buona Guida che si rispetti ragiona un po’ come lo zelante Furio, ossia, non fantasticano romanticherie ma le pianificano in ipotetica. Io mi ci vedo bene a Corfù, con un prendisole comprato alle bancarelle, un cappello di paglia e l’immancabile protezione solare SPF 50+…

Le pubblicità ingannevoli dell’isola mi hanno sempre fatto credere che Corfù sia solo mare. Comunque, il mare che piace a me, quello con spiagge libere, tranquillità e l’acqua limpida a tal punto che lo snorkeling è d’ordinanza. Purtroppo, io sono una di quelle turiste che non riescono a stare tutto il giorno sedute sull’asdraio e non cerco i locali alla moda, per me la vacanza è scoperta (e rispolvero della passione per la Reflex).

Così, ho scoperto Corfù Città, o meglio, Kérkyra in greco. Qui è situato l’aeroporto dell’isola, il Kapodistrias (da Milano in estate ca. 200€ a/r, con spesso almeno uno scalo ad Atene calcola il tuo volo!). L’aeroporto dista dal centro 3 km, cioè a 10 min di autobus (n.5 o n.6). Consiglierei di evitare i taxi e preferire il trasporto pubblico locale; se si sceglie di andare alla ricerca della spiaggia perfetta o di visitare altri paesi sicuramente è preferibile un noleggio anche direttamente in aeroporto. L’arrivo in aereo è veramente suggestivo, dacché all’atterraggio si sorvolano un monastero bianchissimo e un’isoletta a forma di topo.

Consiglio di visitare questo sito che offre informazioni pratiche, enogastronomiche, tariffari del trasporto locale, delucidazioni sulle spiagge… Info Corfù

Visitiamo Corfù Città

  • Alle porte del centro storico, troviamo Piazza Spilia. Qui notiamo che la cittadina è delimitata da due fortezze. Se saliamo alla Fortezza Vecchia possiamo godere di un panorama dall’alto privilegiato.
  • Percorrendo le vie lastricate, tra elementi architettonici mediterranei, bizantini e veneziani, è d’obbligo lo shopping “di cianfrusaglie” nei numerosissimi negozietti. Possiamo anche scorgere dei centri benessere dove è ancora in voga l’utilizzo di sanguisughe per riattivare la circolazione. L’edificio più importante è la Chiesa dell’Agios Spyridon (con l’inconfondibile cupola rossa del campanile).
  • Arrivati alla Spianada, possiamo concederci una sosta sulle panchine all’ombra degli alberi, facendo un po’ attenzione alle api, che costituiscono un cruccio per l’intera isola. In questa zona, non mancano i bar ed i ristoranti. Mediamente, si riesce a mangiare con 15-20€ a testa (menù che propongono feta, tzatziki, pesce fritto p.e.). 
  • Dalla Spianada parte un autobus per Kanoni, un borgo a 4 km che ospita il Monastero della Madonna Vlacherna, collegata, tramite piccole imbarcazioni, all’Isola Pontikonissi . Siamo vicinissimi all’aeroporto, infatti sono questi i monumenti che avevamo scorto all’arrivo. I biglietti di questi trasferimenti costano ca. 2 €.
  • Una Gita: da Platia Saròko parte un bus per Gastouri (a 10 km) dove è sito il Palazzo Achilleion (entrata 7€; coda abbastanza lunga), la residenza dove si rifugiava la Principessa Sissi. Dai Giardini, zeppi di statue classicheggianti, si gode di una vista mozzafiato sulla baia.

❤ Miss Raincoat

**Nella foto: Benitses, dove è sita una delle spiagge migliori dell’isola e che unisce, nel suo paesaggio, mare e montagna.