Le città d’arte non dovrebbero mai essere visitate di fretta. Di fretta e di domenica. Ma che cosa si può vedere di Casa Gonzaga se si ha poco tempo a disposizione?
*piccola correzione del maggio 2023: non vado a Mantova da così tanto tempo? Ringrazio la collega Guida che è passata di qui e ha lasciato un commento giustamente giusto con il quale ha corretto delle (mie) sviste da turista mordi e fuggi. Ecco a cosa servono le guide! Perciò leggete anche i commenti 🙂
Mattino: Palazzo Te
Entrata : dalle 9,oo alle 18,oo – prezzo intero: 9,oo€ e gratis fino agli 11 anni (uh, peccato averli sorpassati da poco!)
L’edificio è l’icona dello stile rinascimentale (ca. 1530) di Giulio Romano, commissionato da Federico Gonzaga (il quale voleva “un luogo di onesto ozio”, infatti il Romano s’ispira al modello della villa romana). Il monumento fonde l’arte rinascimentale alla cultura classica in una serie di ambienti dai nomi straordinari: Camera di Ovidio, delle Imprese, del Sole, Loggia delle Muse, dei Cavalli, di Psiche, dei Venti, delle Aquile, Loggia di Davide, degli Stucchi, degli Imperatori, dei Giganti, delle Grottesche, dei Candelabri, delle Cariatidi, e delle Vittorie.
Pomeriggio : Piazza Sordello e Palazzo Ducale
Come raggiungere Piazza Sordello da Viale Te : Bus 8 Cappelletta a 3 min da Viale Te * 4 fermate* a 800 mt Piazza Sordello – la corsa dura 13 min e si effettua ogni mezz’ora e costa 1,40€
Questa piazza è la più importante di Mantova in quanto è stata, sin dal Medioevo, il fulcro della vita religiosa e politica: su di essa si affacciano il Duomo, il Palazzo Vescovile, il Palazzo del Capitano, il Palazzo Ducale, la Torre della Gabbia e Palazzo Castiglioni.
Per via di un lungo pranzo succulento home made (i tortelli di zucca li ho amati, sappiatelo!!!), ho preferito ammirare la Piazza nel suo insieme e dedicarmi alla visita del Palazzo Ducale.
Al pomeriggio il Palazzo Ducale è aperto dalle 13, 45 alle 19,15 ed il biglietto costa 12,oo €.
- Castello di San Giorgio con la Camera degli Sposi (non è obbligatorio prenotare se non si è un gruppo)
Tra il 1395 e il 1406, è edificato per volere di Ludovico II Gonzaga, diventando la residenza della famiglia. Nella torre di nord-est, Andrea Mantegna affresca dal 1465 al 1474 la celebre Camera Picta o Camera degli Sposi; al piano nobile si trovano anche il primo Studiolo di Isabella d’Este, consorte di Francesco II (unica nobildonna italiana ad avere un proprio studiolo con anche un giardino segreto)
- Corte Vecchia (senza l’Appartamento di Isabella, dacché non è possibile – non ho capito se per l’orario o per il giorno)
Alla morte di Francesco II (1519), Isabella d’Este si trasferisce dal Castello in Corte Vecchia. L’appartamento vedovile – che non ho potuto vedere – comprenderebbe alcune magnifiche stanze affrescate. Negli anni Ottanta del Cinquecento il duca Guglielmo , nipote di Isabella, trasforma gli ambienti di Corte Vecchia con il Refettorio, affacciato al Giardino Pensile, e la Sala dello Specchio, destinata alla musica, prospiciente il Cortile delle Otto Facce. Sul rivellino di San Nicolò, Guglielmo fa edificare l’Appartamento grande di Castello con le sale dedicate ai Capitani, ai Marchesi e ai Duchi Gonzaga, alle quali si accede dalla maestosa Sala di Manto. Dal 1563, viene aggiunta la chiesa palatina di Santa Barbara, ancora oggi perno visivo del palazzo, collegata sia all’Appartamento Grande di Castello, sia al corridore di Santa Barbara.
❤ Miss Raincoat
“Il mio segreto è una memoria che agisce a volte per terribilità. Isolata, immobile, sul punto di scattare, sto al centro di correnti vorticose che girano a spirali in questa stanza dove i miei cento orologi sgranano battiti diversi in diversi timbri. Se alzo il capo li vedo fiammeggiare, e ad ogni tocco di fuoco corrisponde un’immagine. Sempre sono trascinata fuori di me dalla tempesta di vivere. Che cosa è il tempo, e perché deve considerarsi passato? Fino a quando viviamo esiste un solo tempo, il presente. Una forza struggente mi prende alle viscere: costruttiva o devastatrice non mi è dato di sapere; è senza regola, almeno apparente ” – Isabella d’Este
Tratto da “Rinascimento Privato” di Maria Bellonci