Buon Natale!!!

Chiudendo un po’ per ferie (si fa per dire, io le avrò la prima settimana dell’anno prossimo), Vi auguro di trovare sotto l’albero – più o meno – quello che avete domandato nella letterina. O Babbo Natale in persona, con renne e folletti.

Se, magari, durante il veglione o il pranzo, Vi state annoiando o i vostri parenti vi stanno facendo domande imbarazzanti, ecco i links degli articoli unicornosi più apprezzati durante gli scorsi dodici mesi.

Baci e abbracci,

❤ Miss Raincoat

Budapest

Palazzo Folcher a Morbegno

“Un Bacio Rubato” di R. Hicks

“Hoppipolla” dei Sigur Ros

Consigli amorosi by Ovidio (come conquistare l’amato/a in latino)

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“Syrinx” di Arthur Hacker

Il dio Pan, scanzonato ragazzaccio sempre in giro per le Selve, s’innamora di Syrinx, Ninfa degli Alberi e vuole averla a tutti i costi. Mentre la sta inseguendo lei, schifata dalla metà caprina del fauno, si rifugia in un canneto e chiede alle Ninfe dell’Acqua di essere trasformata in una canna. Pan, sconsolato, ricava dalla metamorfosi di Syrinx il primo flauto. – [dalle “Metamorfosi” di Ovidio] per leggere la storia completa

Arthur Hacker fa parte degli artisti classicisti di Epoca Vittoriana. Questo fu un periodo storico talmente moraleggiante che i nudi accettabili erano soltanto quelli accademici, raffiguranti Miti o il Passato Pagano (Mentre il mercato della pornografia di contrabbando fioriva di pari passo!!!). Non a caso, il movimento artistico coevo dei Preraffaelliti inneggiava la disinibita donna con i capelli rossi.

“Ecce Ancilla Domini!” di Dante Gabriel Rossetti

Questo dipinto potrebbe sembrare solo un mero esercizio di (molto) stile. L’artista, infatti, ci dona un nudo veramente molto plastico e con una texture precisamente levigata, quasi palpabile. La figura femminile è solenne, come una statua e i suoi sentimenti di paura traspaiono appena: l’emozione è quasi soffocata dalla grande precisione d’esecuzione. Eppure sappiamo che Syrinx, casta, si vede obbligata alla trasformazione per sfuggire allo stupro. Il drappo nero, oltre ad esaltare il candore della pelle, è simbolo di lutto di un corpo già immerso nell’acqua.

Hacker, uomo che aveva viaggiato in Spagna ed in Africa, non era un uomo offuscato dai preconcetti dei suoi contemporanei, ma temeva sicuramente la censura e voleva /doveva guadagnare tramite un’arte che fosse “alla moda”. Comunque, con un pezzo di stoffa scura, che nemmeno copre la nudità della ninfa, cela e scopre il Lato Oscuro dell’Età Vittoriana.

Un’Era durante la quale le donne, appunto, sono morte, non esistono. La moglie perfetta dell’high society, consegnata integra al matrimonio, doveva considerare la propria sessualità un obbligo morale senza piacere, poiché il suo godimento era la felicità di suo marito. L’uomo, d’altro canto, aveva il diritto o di disporre del corpo della moglie o di dilettarsi con le prostitute di bassa estrazione sociale (alcune famiglie povere si vedevano costrette a vendere le figlie vergini).

In un’epoca in cui parlare di sesso era vietato, perciò, Hacker nasconde in un nudo “facile” una denuncia sociale elegantemente femminista.

*1892 – Manchester Art Gallery

“Apri le gambe e pensa all’Inghilterra” – cit. attribuita alla Regina Vittoria

❤ Miss Raincoat

L’Ira (funesta) di Achille

C’era una volta un eroe che amava la canzone “Je so’ pazzo” di Pino Daniele, non perchè fosse davvero toccato di mente, ma perché, diciamocelo, uno ci prova a fare l’imperturbabile, finché non gli si tocca il tallone…

Achille aveva già da fare con i suoi live, così come narra il Pascoli ne “La Cetra di Achille”; aveva anche provato a travestirsi da donna, però in guerra c’era dovuto andare lo stesso. E che guerra, poi! Il Re di Sparta, Menelao, tracagnotto e con pochi capelli, aveva scatenato un putiferio perché Elena, la sua biondissima moglie, era scappata con lo sbarbatello proteinomane Paride, figlio del Re di Troia. Achille era comunista, guardava solo Rai Tre e qualche volta Passaggio a Nord Ovest, tuttavia pensava che sarebbe stato meglio risolvere tutto a C’è Posta Per Te.

Come se non fosse bastato, ci si era messo anche il suo Superiore, Agamennone. Il viscido bavoso aveva preso Criseide, figlia di un Sacerdote di Apollo, come schiava. Apollo, vistosi pestare i piedi, aveva sterminato l’esercito spartano con una bella spolverata di peste, ovviabile solo con la liberazione della ragazza. Pure Achille aveva silenziosamente ucciso il marito di una troiana, Briseide, e se l’era portata via, ma questo non voleva dire che Agamennone, senza il suo giocattolo, poteva prendersi quello di un altro.

Achille si inca**a a bestia, questo voleva dire Omero. A priori. Tu, pure se sei Agamennone e io sono un tuo subordinato, non puoi offrirmi un assegno in cambio di quella donna che, per quanto io le abbia tolto la corona, ha scelto di essere mia. Cos’è? Sei invidioso perché io assomiglio a Brad Pitt?Posso darti il numero di Patroclo, se vuoi!

Alla fine, tanto fumo per nulla.

L’ultimo whatsapp che ha mandato Briseide ad Achille recita “Sono lontana da te tante notti e tu non mi reclami; indugi e la tua ira è lenta”. Lui ha visualizzato senza rispondere.

Ma Briseide è contenta lo stesso: meglio essere motivo di ira funesta che scatenare un’assurda guerra sanguinosa come quella sciacqualattughe di Elena!

Per la versione meno bislacca degli eventi vi affido alla lezione del prof. Gaudio

qui

❤ Miss Raincoat