Michelangelo

Nome Michelangelo Buonarroti per gli amici (quali amici???)sui socials @mik.lagnulus
Nato a Caprese, in provincia di Arezzo (Toscana)
Data nascita/morte 6 marzo 1475 – morto a 89 anni a Roma, non in condizioni abbastanza consone al prestigio artistico che aveva. Dopo i funerali solenni, fu sepolto in Santa Croce.
Segno Zodiacale Pesci
Classe Sociale la sua famiglia faceva parte del patriziato fiorentino, anche se suo padre era caduto un po’ in malora (era il podestà di un Comune piccolo, Caprese). Lui fu il primo a diventare artista in una famiglia di nobili che non si erano mai sporcati le mani. Seguì le orme degli scalpellini famigliari della sua balia. Nonostante tutto, i primi guadagni di Michelangelo servirono a riportare ricchezza in famiglia. Fu per questo, per non dirsi un ricco che lavorava, che per tutta la vita Michelangelo disse che “non ci potevo fare niente se avevo il genio e dovevo farlo sfogare!”. Inoltre ciò gli fece avere anche un rapporto difficile con i soldi.
Stato civile non si sposò mai e non è documentata nessuna delle sue relazioni (esiste una teoria sulla sua presunta omosessualità anche dovuta alla prevalente mascolinità da vero macho delle sue figure). In tarda età si vota a una religiosità piuttosto austera.

Periodo Artistico Rinascimento Italiano. I nudi pongono la naturalità del corpo umano, l’essere umano nella sua purezza essenziale, al centro del Mondo. Fu un periodo di gioia di vivere. Tipo noi dopo il lockdown.
Tecnica e Stile Riflette la sua personalità irascibile, permalosa e sempre insoddisfatta. I suoi colleghi, specie Bramante, temevano la concorrenza e gli tramavano spesso alle spalle. Il suo ambito era la scultura; la pittura, praticamente, fu una sfida. Si può dire che il suo non-finito, cioè il lasciare che le figure rimangano non del tutto emerse dalla pietra appena sbozzata, sia un modo per rendere tridimensionalmente la prospettiva aerea, il particolare sfumato del maestro Da Vinci – e che si contrapponga al super-finito delle sue opere giovanili, marmo modellato come se fosse cera. Il suo preferito era il marmo bianco di Carrara, che andava a scegliere personalmente (A parte per il David, che gli rifilano una sòla che si rompe solo a guardarla).
Temi Spaziano dalla religione cattolica, al neoplatonismo fino al mito classico (ma quasi mai in chiave profana). Tendenzialmente, si rifà al gradimento della committenza (i più importanti i Medici di Firenze e Papa Giulio II – con i quali litiga puntualmente). Fu anche uno dei primi artisti a diventare imprenditore, cioè realizzava le opere e i committenti le compravano. Riprende il pathos, i movimenti drammatici in moviola, dell’arte ellenistica. Il suo pezzo preferito era il Laocoonte, appena riscoperto. Era un anticonformista che se ne fregava, perciò diventa una rockstar.

*Canzone Assegnata : “Me ne Frego” – Achille Lauro (2020)

Elenco delle Opere nel Video

(*in ordine cronologico e non di comparsa nel video)

Bacco

1497 – 203 cm – Bargello di Firenze
Quest’opera vale a Michelangelo la committenza di Jacopo Galli, agente dei Cardinali di Roma. Erano stati vittima della truffa del Cupido Dormiente, realizzato da Michelangelo e spacciato per un reperto archeologico. Volevano questo autore così abile per loro. La statua viene rifiutata. La sensualità del Dio dell’Ebbrezza era un po’ too much. Ma il realismo e la grande conoscenza dei classici è antesignana della carriera che avrebbe fatto questo giovane artista fiorentino…

Tondo Doni

1507 – tempera grassa su tavola – Ø 120 cm – Uffizi di Firenze
Fu eseguito su committenza per le nozze di Angelo Doni e Maddalena Strozzi (lui era un ricco mercante di Firenze). Per aver contestato la fattura, il committente si ritrovò a pagarla il doppio. Viene rappresentato il Cattolicesimo in chiave neoplatonica, come una forza che governa il Mondo che l’Uomo riscopre ma l’ha sempre inconsciamente conosciuta, anche quando era pagano. Maria e Giuseppe, tenerissimi e umani, portano in alto la figura di Gesù, torti in una spirale. La linea curva, derivata dall’amore di Michelangelo per la scultura ellenistica, crea un equilibrio mosso e serpentino – archetipo dell’Arte Tardorinascimentale.

Pietà Vaticana

1499 – 174×195×69 cm – Basilica di San Pietro in Vaticano
Considerata uno dei capolavori di Michelangelo all’unanimità in tutto il Mondo. Michelangelo aveva poco più di vent’anni e gli fu commissionata quest’opera con una dead line di un anno per Santa Petronilla dai Cardinali, grazie al committente Jacopo Galli (che presto disconosce, per fare il figo). Il gruppo piramidale è molto innovativo. Cristo viene privato della sua iconografica rigidità nella morte, è molto umano, e le due figure si fondono insieme in un momento intimo. Questo è un lutto di una Madonna raffigurata giovane poiché,essendo piena di grazia, il suo corpo non viene intaccato nemmeno dalla vecchiaia o dall’estremo dolore (è come se fosse lei la protagonista). Nel 1972 il geologo Laszlo Toth in pochi secondi la colpisce per quindici volte con un martello gridando “I Am Jesus Christ, risen from the death!”.

(*)David

1501 – 520 cm – Galleria dell’Accademia di Firenze
Questa statua è l’ emblema del Rinascimento ed è anche uno dei simboli dell’italianità nel Mondo. Fu concepito per essere collocato in piazza della signoria come simbolo della Repubblica. Il tema del David era radicato nella cultura fiorentina. L’innovazione di Michelangelo sta nel fatto che Golia e la sua testa a mo’ di trofeo non vengono mostrati. Vediamo un David concentrato e che usa l’intelletto per comandare i gesti di forza fisica (e che fisico! / per quanto riguarda il pisellino, nell’Arte Classica solo gli schiavi – cioè solo chi non ha la mentalità formata per manovrarlo – ce l’ha grosso!). Non mostra violenza. Solo schifo verso chi è violento, verso la forza bruta. Un David pronto, con i nervi tesi, giovane e atletico, ossia la sua forza è allenata, veicolata, non come quella di Golia che è distruttiva. Nel 1991 Pietro Cannata, un folle, lo danneggiò con un martello.

Creazione di Adamo

1511 – affresco – 280 x 570 cm – Cappella Sistina in Vaticano
Commissionata da papa Giulio II, è solo una porzione della volta che narra l’Antico Testamento in maniera esaustivissima – forse, la più conosciuta. Michelangelo si inventa la soluzione degli indici alzati prima di entrare in contatto, per dare l’idea della scintilla vitale che passa da Dio alla sua Creatura.Questo riflette la perfezione, la potenza e l’eternità del gesto divino che diventa infinito in quanto non ancora compiuto, congelato nel tempo un attimo prima che avvenga.

Schiavo Morente

1513 – 229 cm – Louvre di Parigi
Appartiene al secondo progetto per la tomba di Giulio II (quando muore gli eredi lo vogliono meno dispendioso) e non viene usato; più precisamente appartiene al gruppo dei Prigioni, che dovevano solo incorniciare il monumento. Doveva dare l’idea di scivolare da un pilastro, languido, mentre sta ritornando alla coscienza dopo il sonno. Riprende il concetto latino: captivus = schiavo = cattivo = schiavo del male. Le figure di Prigioni sono figure tormentate, figli della superbia, uccisi dagli Dei, poiché si sono creduti di più di un Dio. Michelangelo mette a nudo anche il suo tormento interiore.

Mosé

1515 – 235 cm – San Pietro in Vincoli a Roma
Faceva parte del primo progetto per la tomba di Giulio II (siccome era ancora vivo e arzillo, per un po’ si dimentica della commissione). Nel 1542, Michelangelo gli gira la testa (cosa che avrebbe potuto saper fare solo lui! E lui disse “eh, gli stavo parlando e si è girato!”) per veicolare meglio lo sguardo dello spettatore nella chiesa. Il personaggio solenne e biblico, ha uno sguardo “terribile” e pare che Michelangelo gli avesse regalato il suo carattere, severo e irascibile. Le corna sono un’ erronea interpretazione dell’ebraico biblico – le corna sarebbero, invece, dei raggi. La leggenda vuole che Michelangelo, stupito da sé stesso e di quello che riusciva a fare con il marmo, gli chiese “Perché non parli?”.

Leda e il Cigno

1530 – tempera su tavola – 105 x 141 cm – perduta
Alfonso d’Este va a trovare Giulio II per la revoca della scomunica e incontra Michelangelo nella Cappella Sistina. Però ci pensa su una quindicina di anni prima di commissionargli la tela. E poi non la vuole poiché la considera “poca cosa”. Allora, Michelangelo non gliela consegna. L’opera finisce in Francia e viene forse bruciata perché era contraria alla morale. L’opera, del resto, narra l’amplesso tra Zeus trasfigurato in un cigno e Leda. Un classicone del pop-porno rinascimentale.

Aurora

1527 – 155 x 180 cm Sagrestia Nuova di Firenze
Fa parte del gruppo della Tomba di Lorenzo de Medici, tra le Allegorie della Giornata. Aurora si sveglia dal sonno e cerca appoggio con la gamba. Rappresenta un dolore misto alla tristezza. Come se stesse frugando tra le tenebre della Notte.

Notte

1531 – 155 x 150 cm – Sagrestia Nuova di Firenze
Fa parte del gruppo della Tomba di Lorenzo de Medici, tra le Allegorie della Giornata. Ricorda un po’ la tela perduta della Leda. Si torce per osservare lo spettatore. Rappresenta la malinconia. In quanto Notte, rappresenta anche la fertilità, l’oblio e il sonno – gli elementi oscuri del sogno o anche della morte. Il poeta dei Fiori del Male, Baudelaire, la considerava iconica.

Venere e Amore

Realizzato da Pontormo su un disegno di Michelangelo
1533 – olio su tavola – 128 x 194 cm – Galleria dell’Accademia di Firenze

Viene rifiutata dai Medici perché davvero molto molto porno (il pube non è coperto del tutto). Il tema sono gli inganni dell’Amore, che si mostra mascherato di mille volti. Venere è madre e amante di Cupido. I due ripresi nella torsione di un atto sessuale, in pose innaturali e complicate. L’Amore è sporco.

Giudizio Universale

1541 – affresco – 1370 x 1200 cm – Cappella Sistina in Vaticano
Papa Clemente VII commissiona a Michelangelo l’affresco della parete dell’altare della Cappella Sistina. Ne deriva la più grandiosa rappresentazione della Fine dei Tempi. L’opera segna anche la fine dell’epoca Rinascimentale e del pensiero umano forte della sua centralità nel Mondo (ideale espresso nella volta della Cappella Sistina). Subentra l’angoscia che prende i dannati quanto i beati per l’incertezza della nuova fase storica.

Miss Raincoat

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“La Madonna della Seggiola” di Raffaello Sanzio

Certo, dire che Babbo Natale non esiste non è una bella notizia. Anzi, è una brutta notizia. D’altra parte cosa si dovrebbe dire? Che ci sono le prove scientifiche dell’esistenza di Babbo Natale? E che esistono le testimonianze di milioni di persone che hanno trovato giocattoli sotto il camino o sotto l’albero?Piero Angela

Questa non è soltanto la tela più bella del Rinascimento, del Raffaello nazionale e del tema Sacra Famiglia/Natale/Compleanno di Gesù, ma un vero e proprio simbolo di italianità. Infatti, Napoleone se l’era portata in Francia nel 1797 con varie altre 99 opere e fu riportata in Italia durante la spedizione post 1815, assegnata allo scultore Antonio Canova dal cardinale Ettore Consalvi. Ricordiamo che Canova aveva conosciuto bene Napoleone e la sua famiglia, essendone lo scultore ufficiale: oltre a ricordarci delle sue Tre Grazie o di Amore&Psiche, infatti, ne è celebre la Paolina “Borghese” Bonaparte.

In origine, comunque, il dipinto faceva parte della collezione della Famiglia Medici e fu commissionato da papa Leone X, al secolo Giovanni de’ Medici. Possiamo affermare con sicurezza che la sedia nella composizione, detta appunto camerale,  facesse  parte della camera da letto di Palazzo Pitti/Uffizi. Le Sacre Famiglie su supporto tondo erano un oggetto di collezionismo per le case borghesi fiorentine (anche Michelangelo realizzò il famoso Tondo Doni per Agnolo Doni) e si ordinavano in onore di Matrimoni o Battesimi. Cronologicamente, il dipinto venne realizzato dopo l’intervento di Raffaello nelle sale vaticane, con un’ispirazione michelangiolesca (plasticità anatomica e dettagli curati), anche se il nervosismo e la perfezione di posa (il troppo-finito) michelangoleschi sono stemperati dalla dolcezza tipica raffaelliana.

Ciò che rende la Madonna della Seggiola inconfondibile e iconica (Ingres prende spunto da questa per le sue Odalische nell’Ottocento, per esempio)è la cura per i dettagli ricercati. L’oro brilla, i ricami sono alla moda, i colori sono accostati secondo un accordo caldo/freddo e l’anatomia, specie nel gomito del bambino, è esatta…

Inoltre, dietro alla bellezza formale, esiste un’analisi geometrica che basa la composizione sulla forma tonda del supporto pittorico. Grazie a questa correzione ottica, il Bambino sembra ancora più teneramente cicciottello e la Madonna, scivolando in avanti e sollevando una gamba, suggerisce il dondolio curvo del cullare.

In realtà, la scena è molto semplice. Maria guarda verso lo spettatore stringendo Gesù Bambino in un abbraccio materno; affiorando dallo sfondo scuro, il San Giovannino rivolge un gesto di preghiera a Maria (porta il bastone a forma di croce, che lo identifica come precursore di Cristo).

Il sentimento che prevale è la dolcezza, palpabile nel gesto delle teste di madre e figlio che si toccano. Raffaello è noto per aver umanizzato i Santi, rendendoli simili a noi mortali nelle emozioni positive, ma privati dalla corruzione di quelle negative. La firma di questo artista, del resto è la delicatezza: ha saputo rappresentare la morbidezza, la leggerezza e la sensibilità.  Raffaello dimostra il buon gusto senza ostentarlo: la Madonna della Seggiola non è né il sorriso enigmatico della Monnalisa né la tartaruga parlante del David, del resto.

Per Natale guardami almeno una volta come Raffaello dipingeva la sua Fornarina, oh Mr Raincoat!!!

**Palazzo Pitti (Firenze), 1514
Gossip su Fornarina/Margherita Luti

Buon Natale!!!

❤ Miss Raincoat

“Sequence of Events” di Simone Morana (Cyla)

Avere un blog non è producente se non mostri le tette e non sai abbinarci la poesia giusta. Ma, al di là della “producenza”, sto trovando molto più appagante scovare altri disadattati del web, che vomitano in rete i mostri nascosti nei loro cervelli. C’è chi la chiama Arte, ma Pavese sosteneva che scrivere unisce la gioia di parlare da soli e parlare alla folla: io estenderei il concetto a tutti i tipi di creatività da esposizione, dalle Belle Arti alla Musica, dal Diario al Taglio e Cucito, etc… Insomma, a uno spogliarsi più rivolto alle interiora e alle interiorità, per ritornare al discorso in apice.

Ecco, nel frugare tra i blog degli altri ho scoperto Simone Morana, in arte Cyla, un digital artist cremonese (che ha appena fatto gli anni, tra le cose!!! Auguri!!!) che mi ha fatto letteralmente sbavare.

Simone Morana nasce come musicista nel 1996. Cito il terzo posto alle selezioni per Sanremo Giovani nel 2001, l’album “Shadows of Me” nel 2008 ed il singolo “Rays of Sunshine” nel 2011. Definirei il suo un funk sofisticato, un po’ da auto decappottata e look da diva. Il suo debutto nella digital art avviene, invece, nel 2012.

Cyla ha un background intellettuale molto appetente: abbiamo il surrealismo di Salvador Dalì, l’indagine freudiana dell’io più profondo e temibile e dei personaggi che sembrano i giocolieri di Picasso. I protagonisti delle polaroid ghiacciate di questo artista sono anime perdute, però non dannate. È vero, stanno sprofondando negli Inferi, ma come se il Paradiso non fosse l’unica alternativa. Cyla rappresenta l’urlo di disperazione come se fosse una melodia celestiale, perché chi vive davvero non ha la manicure perfetta, no?

In particolare, mi è piaciuta moltissimo “Sequence of Events (Serie di Eventi)” (** cfr. immagine ), Presa dall’ edizione limitata Ethereal .

Le donne di Cyla cadono (infatti, l’etereo riguarda l’aria ed il cielo) da città oniriche ma possibili, come protagoniste delle Città Invisibili di Calvino, descritte da Marco Polo  al Gran Khan (55 città metafisiche con nomi di donna). Io questo libro l’avevo letto al Liceo, imposto dalla prof.di Latino/Italiano, anche se mi è rimasto dentro, come un viaggio. E quest’opera mi ha riportato in superficie i sentimenti che aveva sciolto Italo Calvino.

L’idea che i sentimenti sono labili e le parole non rendono mai loro giustizia, anzi, li cancellano, perché sono troppo razionali, meri riflessi di altre cose, perché ciò che diciamo è quello che vogliamo razionalmente, ma ciò che immaginiamo lo costruiamo ambo con desideri e paure. Ecco, definirei quest’opera la rappresentazione di un sogno al rovescio.

Per conoscere di più Simone Morana ed acquistare le sue opere:

sito ufficiale

blog

E se avesse ragione Eric Clapton? Magari siamo più esibizionisti noi che teniamo il cuore scoperto senza protezione solare, che chi prende la tintarella in topless?

Andavi a scuola, ed eri pieno di brufoli e senza amici. Ti mettevi in un gruppo ed ecco che avevi migliaia di ragazze” – E. Clapton

❤ Miss Raincoat