Valtella in Love

La Bona Lombarda

Bona Lombardi, è una donna davvero esistita, ma è la sua storia d’amore ad averla resa leggenda. Era una pastorella originaria di loc. Campione di Sacco (odierno comune di Cosio Valtellino) che sposò Pietro Brunoro (nobile della famiglia dei Sanvitale di Fontanellato in provincia di Parma), amico di Francesco Sforza e suo capitano di ventura. La storia la dipinge come una fedele compagna che combatteva al fianco del marito aiutandolo anche nelle decisioni strategiche.

Anche il papà di Bona, Gabrio, era un soldato mercenario ed aveva conosciuto sua madre, Pellegrina, una figlia di un mercante in Germania. I due fuggirono per amore a Sacco, dove lo zio paterno faceva il prete. Bona rimase orfana da bambina e fu appunto lo zio prete ad allevarla.

Quando Brunoro la vede per la prima volta, Bona ha quindici anni. Era il 1432 e Venezia e Milano si stavano contendendo la Valtellina (il 19 novembre di quell’anno, dopo la Battaglia di Delebio, i veneziani sono costretti ad arretrare). Brunoro, per conto del Ducato di Milano, si trasferisce a Morbegno per governare e presidiare la zona attorno alla Val Gerola.

Un giorno, mentre si dilettava con il suo hobby della caccia, si trovava in località San Carlo e, tra gli alberi, vede Bona che pascola il gregge insieme alle sue amiche. Da quel giorno tornò lì tutti i pomeriggi e, presto, la loro amicizia si trasformò in amore. Bona lasciò il paesello per seguire Brunoro nella difficile vita di battaglia.

Bona, spesso, si travestiva anche da uomo per non abbandonare mai il suo compagno (non erano sposati). Lo stipendio di suo marito, del resto, dipendeva dall’esisto delle battaglie e dal saccheggio delle città offese. Il soldato di ventura non prometteva fedeltà a nessuno, combatteva solo per il denaro e per il migliore offerente. Brunoro, di fatto, tradì il suo amico milanese Francesco Sforza per andare a combattere con i napoletani D’Aragona.

Francesco fu amareggiato da questo cambio di bandiera e si vendicò con un inganno: fece credere ad Alfonso d’Aragona che, in realtà, Brunoro faceva il doppio gioco e lo voleva uccidere. Brunoro finì in carcere in Spagna per dieci anni. Se Bona non avesse girato in lungo e in largo le corti di tutta Europa, Brunoro sarebbe marcito in catene.

Dopo la liberazione, Brunoro sposò Bona, in modo che diventasse sua moglie legittima (avevano anche già due figli e una figlia). Poi, ritornarono alla riscossa dalla parte di Venezia. Brunoro venne catturato e, allora, Bona scense in campo a guidare la fanteria al suo posto. Bona partecipò anche a un torneo organizzato dal Doge a Venezia, in cui i soldati dovevano espugnare un finto castello di legno e solo lei riuscì nell’impresa.

I due morirono in Grecia, sempre al servizio della Serenissima. Brunoro perì in battaglia sull’Isola di Eubea – Bona si spense due anni dopo, nel 1468 a Modone, nel Peloponneso.

Si vocifera che a San Carlo, appunto all’imbocco della Val Gerola, durante le sere d’estate si aggiri il Ciarìn de San Carlu, appunto una fiammella che non è altro che l’anima di Bona che viene a visitare i luoghi che hanno visto nascere il suo amore.

Miss Raincoat

Giovanni Guler von Weineck (storico grigione)

lo seguiva sempre a cavallo e a piedi, per monti e per valli, per mare e per terra, con ammirevole docilità e fedeltà, né mai l’abbandonò

un video di G. Ruffoni che ci porta da Morbegno alla località oggi chiamata Bona Lombarda
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Corfù

Se è pur vero che la dichiarazione d’amore migliore è <ti porto al mare> è anche vero che ogni buona Guida che si rispetti ragiona un po’ come lo zelante Furio, ossia, non fantasticano romanticherie ma le pianificano in ipotetica. Io mi ci vedo bene a Corfù, con un prendisole comprato alle bancarelle, un cappello di paglia e l’immancabile protezione solare SPF 50+…

Le pubblicità ingannevoli dell’isola mi hanno sempre fatto credere che Corfù sia solo mare. Comunque, il mare che piace a me, quello con spiagge libere, tranquillità e l’acqua limpida a tal punto che lo snorkeling è d’ordinanza. Purtroppo, io sono una di quelle turiste che non riescono a stare tutto il giorno sedute sull’asdraio e non cerco i locali alla moda, per me la vacanza è scoperta (e rispolvero della passione per la Reflex).

Così, ho scoperto Corfù Città, o meglio, Kérkyra in greco. Qui è situato l’aeroporto dell’isola, il Kapodistrias (da Milano in estate ca. 200€ a/r, con spesso almeno uno scalo ad Atene calcola il tuo volo!). L’aeroporto dista dal centro 3 km, cioè a 10 min di autobus (n.5 o n.6). Consiglierei di evitare i taxi e preferire il trasporto pubblico locale; se si sceglie di andare alla ricerca della spiaggia perfetta o di visitare altri paesi sicuramente è preferibile un noleggio anche direttamente in aeroporto. L’arrivo in aereo è veramente suggestivo, dacché all’atterraggio si sorvolano un monastero bianchissimo e un’isoletta a forma di topo.

Consiglio di visitare questo sito che offre informazioni pratiche, enogastronomiche, tariffari del trasporto locale, delucidazioni sulle spiagge… Info Corfù

Visitiamo Corfù Città

  • Alle porte del centro storico, troviamo Piazza Spilia. Qui notiamo che la cittadina è delimitata da due fortezze. Se saliamo alla Fortezza Vecchia possiamo godere di un panorama dall’alto privilegiato.
  • Percorrendo le vie lastricate, tra elementi architettonici mediterranei, bizantini e veneziani, è d’obbligo lo shopping “di cianfrusaglie” nei numerosissimi negozietti. Possiamo anche scorgere dei centri benessere dove è ancora in voga l’utilizzo di sanguisughe per riattivare la circolazione. L’edificio più importante è la Chiesa dell’Agios Spyridon (con l’inconfondibile cupola rossa del campanile).
  • Arrivati alla Spianada, possiamo concederci una sosta sulle panchine all’ombra degli alberi, facendo un po’ attenzione alle api, che costituiscono un cruccio per l’intera isola. In questa zona, non mancano i bar ed i ristoranti. Mediamente, si riesce a mangiare con 15-20€ a testa (menù che propongono feta, tzatziki, pesce fritto p.e.). 
  • Dalla Spianada parte un autobus per Kanoni, un borgo a 4 km che ospita il Monastero della Madonna Vlacherna, collegata, tramite piccole imbarcazioni, all’Isola Pontikonissi . Siamo vicinissimi all’aeroporto, infatti sono questi i monumenti che avevamo scorto all’arrivo. I biglietti di questi trasferimenti costano ca. 2 €.
  • Una Gita: da Platia Saròko parte un bus per Gastouri (a 10 km) dove è sito il Palazzo Achilleion (entrata 7€; coda abbastanza lunga), la residenza dove si rifugiava la Principessa Sissi. Dai Giardini, zeppi di statue classicheggianti, si gode di una vista mozzafiato sulla baia.

❤ Miss Raincoat

**Nella foto: Benitses, dove è sita una delle spiagge migliori dell’isola e che unisce, nel suo paesaggio, mare e montagna.