Stavo pensando a te. (#notalovesong)

All’alba di una nuova settimana e agli sgoccioli – quasi – dei miei primi ventisette anni, sono arrivata ad avere delle deduzioni da Premio Nobel per la Pace

[Sto continuando a postare gli ingarbugli del mio cervello perché in questo periodo si lavora molto (a Morbegno (SO) e dintorni, per la “maratona” delle Cantine – Gustosando – Fiera del Bitto), si mangia in piedi e si dorme poco. Le buone notizie sono due a) sto preparando un post vero che parla di sabba e streghe b) sabato mi potete venire a trovare agggratis a Morbegno (di mattina a Palazzo Folcher e di pomeriggio al Complesso di Sant’Antonio // grazie al FAI Sondrio), ben disposta anche per gli autografi (ahahah) c) domenica tarallucci e vino, narcolessia permettendo]

Stavo dicendo… ho recuperato forze e spirito e ora mi sento come un gin lemon parlante.

  • è troppo facile essere amici quando uno dei due sta male e prendersi gli applausi per quel sentimento sibillino detto pietà; è molto difficile non farsi divorare dall’invidia quando la stessa persona ha successo ed è felice;
  • se tu non parli con una persona, nel momento in cui a me questa sta simpatica e non voglio entrare in merito alle vostre questioni, io ho il diritto di farlo; anche perché non sei Kim Jong-Un;
  • dopo che hai fatto centomila milioni di passi verso una persona e ti sei venduta pure la dignità, puoi cominciare a pensare che l’egocentrismo è patologico (lo è davvero, cit. Wikipedia);
  • ci si può voler bene anche se non si è uguali. Scambiare segreti, opinioni, vedute diversi è anche edificante. Non lo è puntare il dito in atteggiamento di supponenza. 
  • le scelte amorose sono intime e si fanno con il proprio raziocinio misto a una componente ormonale che varia in base alla stagione. Non esiste persona che può dire che cosa sia giusto o meno. Ne esistono alcune che ti prendono a calci e ti porgono fazzoletti e bicchieri a conti fatti. 
  • la preziosa (altrimenti detta *** di legno, ma non me ne vogliano i falegnami in lettura) la puoi fare solo se sei tipo la fidanzata di Guy dei Coldplay, altrimenti fai una figura migliore ad essere umana (che è pure più divertente, neh); stesso discorso per chi viene definita una brava ragazza e, a conti fatti, lo è perché nella sua vita non lascia succedere mai niente e, nel frattempo, si dà alla critica manco fosse Selvaggia Lucarelli.
  • Come definirei una donna che fa sesso con chi le pare? – Fortunata e Libera.

La conclusione è che, per forza di cose, nessuno è perfetto. Io non lo sono. Ma nemmeno tu!

Così, come in calce nel titolo, seppure è imperfetto, è già passato e non mi ci immergo più, vado elegantemente avanti su un paio di Christian Louboutin

❤ Miss Raincoat

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What’s going on & other (Ghost) Stories

Una specie di aggiornamento di stato lungo, troppo lungo e poco interessante per Facebook e, probabilmente, anche per voi che leggete il mio blog (alcuni di voi si drogano assai, dacché lasciano pure likes. Grazie!). Quindi, a parte per la citazione all’album dei miei amatissimi Coldplay e per la foto che ho scattato dal terrazzo – ché non avevo nemmeno voglia di andare in giardino – , potete tranquillamente switchare la versione del visualizza e non risponde dei blogger.

< Ah, non c’entra un cavolo, ma con l’argomento mi è venuto in mente che ho ripreso con il mio hobby totalmente dilettantistico della fotografia. Sto leggendo e prendendo un sacco di appunti su tutte queste cose fenomenali come il bilanciamento del bianco, il fuoco, il controluce, il flash, i tempi brevi…. E la mia vecchia Nikon taroccata è felicissima!!! >

Stavo dicendo in apice, è un periodo di fermento. Sono già stanca a pensare alla stanchezza positiva che accumulerò in questo periodo di novità lavorative che, tra le cose più importanti, mi vedranno collaborare con il FAI durante l’evento della Fiera del Bitto a Morbegno e giocare a fare finta di essere una Madrelingua italiana con un gruppo di stranieri (unito, ovviamente, al mio solito peregrinare da Accompagnatrice e allo sproloquiare da Guida). – E, comunque, stay tuned perché porterò avanti la matta carrozza di questo blog trainata da unicorni rosa!

Quindi, ho l’ansia a mille, come sempre. Però sono anche felice. Molto. La stima lavorativa (il feedback, leggi come farebbe Fedez), dopo lavoraccio sporco e anche gratis, è arrivata; ora mi sto scaldando per la salita vera e propria. Come le ragazzèh con il grillètto facilèh cit. Fedez, sempre lui

Però, ci insegna Sandra Bullock con in mano l’Oscar (bando ai doppi sensi balordi), una donna in carriera (detesto questa parola, preferisco “donna con portafoglio di Gucci da sé acquistato”) deve per forza avere il cuore spezzato. Il mio non è spezzato, dacché chi non ti vuole intera non può averti a pezzi. Tuttavia, vorrei puntualizzare a colui che mi ha definita “non abbastanza” che non ho afferrato il concetto.

Stamattina sono passata davanti al’obitorio (non per motivi macabri: la fermata del bus si trova a un centimetro da lì). Mi sono sentita una di loro, una di quelle persone che piangevano un uomo che se n’è andato via troppo presto, spegnendosi letteralmente all’improvviso, come il mio Max. Sono troppo empatica, forse. O, più semplicemente, ho provato la stessa cosa nello stesso luogo. Io non sapevo nemmeno dove si trovasse l’obitorio. E non sapevo dove scavare per ritrovare la forza. Quello è stato l’unico periodo dei miei 27 anni e un quarto in cui non mi sono sentita abbastanza. Eppure, ho scavato con le unghie appena rifatte e ce ne sono venuta fuori. Puoi dirmi tutto. Anche che sono psicopatica. Anche che disprezzo quello che non posso avere. Ma non che non sono abbastanza. 

Manco di un’infinità di qualità. Ne ho molte altre. Je suis comme je suis. Però, nella sua assolutezza non è che non sono abbastanza, nessuno lo è. Sono emersa dal mio stesso buio e ho fatto in modo che quel nero, che non se ne va più via, faccia sembrare i miei colori più saturi, tendenti al fluo. Magari puoi dire che la mia tavolozza è kitsch, che non ti piace, che preferisci un wengé abbinato al cristallo. Non che non sono abbastanza. Non che ho poche tonalità. 

Dunque, invece che stare a sentire alla Bullock, io mi affiderei agli insegnamenti di quella strafiga della Winslet che, anche se c’è posto e ti chiami Leonardo Di Caprio, ti butta a mare lo stesso. 

Per finire, vi faccio pure ascoltare questa cover rock’n’rolla Made in Ticino dei Barbie Sailers della mia canzone preferita di questo mese, “Without You” di Avicii.

❤ Miss Raincoat