“La Cena dei Segreti”

Poco tempo fa ho finito di leggere un libro che mi è sembrato davvero avvincente: “La Cena dei Segreti” di Care Santos. 

Premetto che mi piacciono molto i romanzi ambientati in un contesto storico ben documentato che, in questo caso, è la dittatura franchista in Spagna. Ecco, la scrittrice riesce ad amalgamare a questo periodo contraddittorio e, spesso, ipocrita la crescita di cinque adolescenti che diventeranno adulte nell’arco di trent’anni e nelle pagine di questo libro. 

La trama, infatti, si apre in un collegio di suore durante una sera d’estate del 1950 in cui il gioco di obbligo/verità diventa un evento drammatico (e l’incognita di tutta questa storia narrata). Nel 1981, presso il nuovo ristorante di una di loro, durante un inaspettato blackout le cinque decidono di divertirsi ancora con lo stesso gioco…

Le domande sono queste…

  1. Rubereste il marito ad un’amica?
  2. Qual è stata la tua decisione più importante?
  3. Che voto dareste alla vostra vita sessuale?
  4. Vi potreste innamorare di un uomo più giovane?

… E le mie risposte sarebbero state…

  1. Di proposito, per fare del male, assolutamente no. Mi è capitato di rifiutare le attenzioni di un uomo (non so mai se definire uomini o ragazzi i miei coetanei!!!) che sapevo già piacesse ad una mia amica. Però, l’ho fatto perché a me lui, evidentemente, non interessava poi così tanto. C’è da dire che quando un amore ti travolge non c’è nessuno o niente che tenga e che se il marito in questione si innamorasse di me o è un traditore o non ama più la mia amica. Perciò, la risposta è dipende/sì.
  2. La mia decisione più importante finora è stata quella di lasciare andare una persona che non c’è più per essere felice, per essere ancora me stessa. Come per volere avere un foglio veramente bianco e non cancellato. Ovviamente, conservando gelosamente l’amore che ho ricevuto, la mia decisione è stata quella di vivere la mia vita per me e non per lui. 
  3. Il voto che darei alla mia vita sessuale è nove, più che altro perché credo che si possa sempre migliorare e che il sesso non possa essere solo un orgasmo (lo è ma anche tante altre cose e sensazioni). Durante un training alla Control (sulle MTS nel Turismo) ho scoperto anche che a)le mie fantasie non sono così oscene o malate rispetto alla media b)faccio parte di quel novero di donne che conoscono la propria vagina (chiamiamola con il suo nome, ogni tanto!) ma che credono che non abbia una forma graziosa (non la mia, dico in generale, come organo – che ne so, i polmoni mi sembrano più bellini!!!). E ringrazio anche chi mi ha fatto raggiungere il 9.
  4. Non mi è mai successo. Mi sono sempre accompagnata e interessata a uomini con almeno un paio di annetti in più di me, ma mai più di dieci (almeno all’anagrafe). Non è stata una scelta, è andata così. Però, non escludo, anche se la vedo dura… Innamorarmi di uno più giovane? Dipende/no.

❤ Miss Raincoat

P.S. Gli altri due libri che ho appena divorato sono “Parlarne Tra Amici” di Sally Rooney (desideri, debolezze e amori in questo nostro secolo inquieto. Il protagonista maschile mi ricorda una persona – viva e vegeta – anche nel nome) e “La Nemica del Re” di Candace Robbs (è un romanzo storico ambientato in Inghilterra, quasi all’inizio della Guerra dei Cent’Anni e va a spiegare perché la regina Giovanna non è sepolta vicino al marito re Edoardo, ma al cavaliere e conte e fico Thomas Holland)

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“The Take Over The Breaks Over” dei Fall Out Boy

#backtohighschool

Febbraio è un mese volutamente corto. E in una tale pochezza di tempo ho voluto nascere io. Così, concentrate in un breve lasso di tempo, riescono a venirmi tante paranoie. Come quella del tempo che passa troppo in fretta. Pronti per un ritorno al Liceo con la prof C. E la sua Montblanc utilizzata esclusivamente per infliggere insufficienze (i voti buoni erano con la matita rossa)???

Baby season changes but people don’t.

Nel mio I-pod nano di dieci anni fa c’era tanta roba, alcuna anche spazzaturifera, a parte i Garbage – quelli avevano solo la nomea. Però i miei preferiti risultavano i FOB (acronimo di Fall Out Boy).

I FOB furono additati come Emo, dacché andava di moda. Cioé andava di moda essere perennemente mestruati, avere la matita nera fino alle ginocchia e un ciuffo laterale che “ci avrebbe fatto diventare tutti ciechi” (così dicevano gli adulti, specie quelli calvi). Più che altro io ero assonnata, perché di notte pensavo ad altro, la mattina mi svegliavo totalmente solo dopo la seconda o la terza campanella e sfoggiavo un taglio simile a quello del cantante dei Thirty Second To Mars. Che se fossero stati Emo (o come cacchio si declina) veramente, lo facevano per il cash facile, dato che ai tempi tutti i membri della formazione c’avevano la mia età di adesso

Il loro nome deriva da quello di un personaggio secondario dei Simpson, altra peripatetica dei miei anni nervosi (ho frequentato un liceo intitolato a Pierluigi Nervi – ndr) siccome a) non facevo i compiti prima di aver visto i Simpson b) il prof. S. basava le sue spiegazioni di Filosofia sulle puntate dei Simpson (a volte anche Dragonball).

Della loro formazione, anche se prevedesse anche chitarrista e batterista, ci ricordiamo  solo della voce di Patrick Stump e di Pete Wentz, il bassista con il famoso tatuaggio a forma di pipistrello, fidanzato storico di Ashley Simpson e mente malata dietro ai testi.

Li ascoltavo perché sì. Mi piacevano la loro musica (rockettino facile da autobus, buono per il risveglio) e i loro testi su love, fame, girls and break-ups . Li ascoltavo perché avevano la valenza calorica e golosa di un Chicken McNugget, mica perché fossero musica d’essai.

Questo brano l’ho scelto a fatica. Ce ne sarebbero stati molti da proporre dall’album Infinity On High  (“Thanks for the Mmries” è stato come un inno, per esempio). Ovviamente senza scordare i brani “Dance, Dance” o “Where is Your Boy” . E tutti i loro videoclip senza senso.

Infinity on High, del 2007, è  ispirato a una lettera scritta da Vincent van Gogh, nella quale spiegava il significato che dava alle sue opere: “Be clearly aware of the stars and infinity on high. Then life seems almost enchanted after all“.

Il titolo, invece, dell’estratto che ci andiamo ad ascoltare oggi – tra virgolette anche sulla tracklist – è il quarto singolo del disc e significa, a soldoni, “O amanti o ci lasciamo”. L’abbiamo scelto perché ci pare intelligente ancora oggi la domanda “would you rather be a widow or a divorcee?” . La musica, scritta da Patrick, si ispira a Rebel Rebel di David Bowie di cui lui è un fan sfegatato. Il testo è una riflessione sull’impossibilità di vivere una storia d’amore quando si è troppo famosi. Ma io gli ho sempre dato quell’altro significato, quello delle cose che esistono ma non si possono dire se no finisci al rogo come quelli che vedono gli unicorni

We do it in the dark /with smiles on our faces/ we’re dropped and well concealed/ in secret places/ we don’t fight fair

[un saluto poderoso a E. e a A. . E anche a quel tipo che beveva la Cioccolata alla Banana al bar Gallery]

❤ Miss Raincoat