Il mio Black Friday è stato bordeaux, perché finalmente l’ho trovato. Entra ed esci da un negozio all’altro e, alla fine, sorridente tra le altre grucce, il vestito che cercavo da tempo mi ha chiesto “Hey, Patty, c’è posto per me nel tuto guardaroba?!”. Ma certamente, bello di zia!!! (Infatti per far entrare lui ne ho regalati un paio a mia sorella e a mia nipote, tipo fioretto espiatorio)
Fatto sta che, quando la mia dose di shopping è entrata in circolo nel mio organismo, ho alzato lo sguardo e la Torre Ligariana, simbolo di Sondrio (che è il “mio” capoluogo) mi è sembrata più bella della Tour Eiffel che, del resto, è “soltanto” un ammasso di ferri (ok, scherzo!!! – Paris c’est toujours Paris).
La Torre Ligariana, considerata la torre civica di Sondrio, è, in realtà la torre campanaria della Collegiata di SS. Gervasio e Protasio (o scriveteli come più vi piace, pare sia giusto lo stesso!).
Il campanile originario della Collegiata, non essendo consono ad una chiesa così grande importante (era talmente poco stabile che vibrava al suono delle campane), venne smantellato e il progetto ricostruttivo venne affidato a Pietro Ligari.
La particolarità della storia della Torre è che essa rimase solo un disegno per anni, anche se i Sondriesi stessi la desideravano molto e, soprattutto, la chiesa ne era rimasta sprovvista. Quindi,l’opera fu anche al centro di numerose polemiche.
- Primo Progetto del 1733 (P. Ligari) – questo disegno, pienamente in linea con le idee dell’architetto, prevedeva che la torre poggiasse su poderoso basamento e, innalzandosi per 80 metri, culminasse con una cella campanaria, cupola in rame e sfera+croce. La Comunità chiese a Ligari un progetto meno dispendioso, anche se decise, comunque, di posare la prima pietra il 29 marzo 1740 in attesa delle modifiche al progetto.
- Secondo Progetto del 1742 (P. Ligari) – L’architetto ridimensiona, in altezza e decorazioni, il suo progetto e, come si può leggere sulla fontana posta vicino alla torre, dopo 2 metri i lavori si fermarono, sempre per carenza di fondi e per difficoltà di esecuzione (per la costruzione la Comunità aveva stabilito l’impiego del Serizzo dei Céch, economico, ma abbastanza friabile, per esempio); medesimo iter per l’architetto ticinese Cometti (il Ligari era morto, nel frattempo) che provò a portare avanti un progetto simile a quello ligariano fino alla cella campanaria (oggi la Torre ha 8 campane: una del 1638, due del 1880 e le restanti del 1936). Negli stessi anni, Sondrio dovette far fronte anche al crollo dell’unico Ponte sul Mallero, dopo una rovinosa alluvione.
- Terzo Progetto del 1763 (P. Solari) – l’architetto comasco, lo stesso di Palazzo Malacrida a Morbegno, ridusse l’altezza del progetto 50 metri e lo portò definitivamente al termine (la piccola cupola culminante con sfera e croce si elevano per ulteriori 9 metri). A questa fase partecipò anche il figlio di Pietro Ligari, Cesare che abbiamo conosciuto qui.
Nonostante sia degno di Rocambole, l’edificio porta la firma del più grande artista settecentesco valtellinese: Pietro Ligari (Ardenno, 1686 – Sondrio, 1752), che fu pittore, architetto, agronomo ed orologiaio. Il Ligari studiò a Roma e si formò su un gusto barocco che portò con sé a Milano e a Sondrio, dove decise di tornare nel 1727. Anche i suoi figli Cesare e Vittoria ereditarono l’estro artistico (sebbene l’Illuminismo di Cesare non fu accolto dal pubblico, nemmeno nella più aperta Como).
Voltolina, com’è detto, valle circundata d’alti e terribili monti, fa vini potenti ed assai, e fa tanto bestiame, che da paesani è concluso nascervi più latte che vino (Leonardo da Vinci; Codice Atlantico – Foglio 214, 1483-1518)
❤ Miss Raincoat (“vestita di nuovo come le brocche dei biancospini”)