“Hoppipolla” dei Sigur Ros

Oggi inauguriamo questa sezione della categoria #arte, la quale andrà ad affiancare le mie full immersions nei dipinti, che più che “critiche” sembrano immersioni in acquari pieni di barracuda. Siccome questo blog è nato, sostanzialmente, come note a piè di pagina di mie follie e miscellanee, ho deciso che è il momento di palesare anche che cosa desta il mio interesse quando non ascolto niente se non quello che esce dagli auricolari. Ovviamente, non posso dimenticare di ringraziare il mio Babbo per non aver mai fatto mancare la musica in casa!!! (perché non si vive di solo pane, han detto)

Volevo, quindi, tagliare il nastro con la mia canzone preferita. La canzone preferita di una persona è un po’ come qualcosa di sacro, che si può ascoltare nei momenti migliori o peggiori per ristabilire gli equilibri. 

Questa canzone, per me, è “Hoppipolla dei Sigur Ros.

Raccontare che genere suona questa band islandese (non immaginatevi i soliti vichinghi metallari, neh) è molto difficile perché sì, fanno rock con una formazione “tradizionale” (chitarra-basso-batteria),  ma attingendo pure dall’elettronica e, per così dire, dalla musica classica/d’orchestra (specie nelle atmosfere date dagli strumenti ad arco e a fiato).

Il nome del gruppo coincide con il nome di battesimo della sorellina di Jonsi, il frontman, nata il 28 dicembre 1993, pochi giorni prima che i Sigur Ros iniziassero la loro avventura (in italiano è simile a Rosa Vittoria). Jonsi, che oltre a prestare la sua voce suona anche la chitarra (adoperando molte volte l’archetto del violino), è affiancato da Orri alla batteria e da Georg al basso.La particolarità dei pezzi dei Sigur Ros è il Volenska (in inglese Hopelandic), ossia una lingua completamente inventata da Jonsi per rendere le sillabe delle parole parte stessa della melodia (succedeva anche nella musica gregoriana, in un certo senso!!!).

“Hoppipolla” (che dura circa 4 minuti) fa parte dell’attesissimo album del 2005, intitolato “Takk” (vuol dire Grazie) che ha delle sonorità più rock e meno malinconiche rispetto ai lavori precedenti (e anche tracce più brevi, rispetto alla media di quasi 10 minuti l’una). Il testo di questa canzone, il cui titolo significa “Saltando nelle Pozzanghere”, è principalmente in islandese con solo l’ultima strofa in Volenska. (Og ég fæ blóðnasir/Og ég stend alltaf upp). Il messaggio del testo è di vivere divertendosi con la stessa spensieratezza e l’innocenza dei bambini.

Traduzione di “Hoppipolla”

Sorridendo
girando su se stessi
tenendosi per mano
il mondo intero in una macchia
ma tu ci sei stabile

Bagnato
completamente inzuppato
senza stivali di gomma
correndo in noi stessi
vogliamo uscire da una conchiglia

Vento
e il profumo dei tuoi capelli
lo annuso più veloce che posso
col mio naso

Saltando nelle pozzanghere
completamente inzuppato
bagnato
senza stivali

E mi viene sangue dal naso
ma io sono sempre preparato

Sigur Rós – Hoppípolla (Video Ufficiale)

Sigur Ros – Hoppipolla (Versione Live da Heima) che oltre per l’esibizione wow dall’inizio alla fine (specie il finale strumentale) è da guardare perché ti fa dire “Ma perché sono ancora qui!?Let’s move to Iceland!!!” ** Heima è un documentario che la band ha girato durante il tour islandese dell’estate 2006.

❤ Miss Raincoat

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